Storie di mafia – Berlusconi, il cash, il carrello della spesa, l’Antitrust e i servizi deviati

 <<Quando c’era Berlusconi, i contanti venivano trasferiti con i furgoni, anche in altri Stati europei>>. La mia fonte spiega con dovizia il sistema di remunerazione dei costi per pubblicità, oggetto di fatture gonfiate per creare oneri deducibili in capo agli acquirenti degli spazi promozionali. <<Adesso, i suoi figli, non sono più disposti ad alimentare questo sistema. Prima, gli accordi prevedevano che a fronte di prezzi applicati in modo esagerato, una percentuale dovesse essere ritrasferita alla ditta che aveva comprato gli spot, in contanti>>. Ovvero, tutto in cash… e il pensiero non può non andare alle indagini riguardanti i fondi neri della Fininvest, che secondo alcune stime, negli anni, hanno superato 1 miliardo e 200 milioni di Euro. <<Questo sistema viene usato anche dalle associazioni e dalle società sportive dilettantistiche, a ogni livello. Propongono promozioni delle squadre a valori spropositati e ne restituiscono una parte, fino all’80%, in contanti. Chi sostiene la spesa ottiene dei costi deducibili e disponibilità di “nero”, che serve per altri impegni, come quelli degli straordinari dei dipendenti>>.



Però, questo è solo un aspetto di tutto il business delle televisioni. Sappiamo tutti delle frodi fiscali, con ingenti quantità di denaro sottratte all’erario con ogni espediente, fino ad arrivare ai capitali dirottati verso i paradisi fiscali esteri. Il mercato della pubblicità, in Italia, ha un indotto di miliardi di Euro, spartiti tra i pochi attori che compongono l’oligopolio. I prezzi degli spot, di conseguenza, sono maggiori di quelli di un settore che opera in regime di libera concorrenza e l’inefficienza si riflette in ultimo sui valori delle merci al consumo. Praticamente, la gente paga gli acquisti, direttamente posti nel carrello della spesa, a costi che comprendono una quantità spropositata di pubblicità e il surplus di inefficienza derivante dai margini elevati che permette l’oligopolio. Il costo della spesa diventa così esagerato. Ma non solo. Chiaramente, gli oligopolisti mettono in atto ogni tipo di comportamento, spesso scorretto, per difendere la loro posizione all’interno di questa struttura del mercato.

Tralasciamo le imbecillità che producono quei poveri ritardati mentali che affollano i programmi televisivi, i messaggi subliminali trasmessi tramite le frequenze, che invitano anche i ragazzini ad accelerare in macchina. Trattiamo argomenti più seri, come le concessioni. Mi ricordo esattamente come il gruppo Mediaset, in evidente violazione di ogni regola antitrust, disponesse di concessioni esterne, formalmente al di fuori dei confini giuridici delle proprie aziende, gestite da prestanome e da società quasi fittizie. In altri termini, Berlusconi, per proteggere i propri guadagni, aveva fatto incetta di concessioni televisive e le faceva gestire ai propri amici e collaboratori, tra cui Tarak ben Ammar. Controllando anche tramite Publitalia e imprese connesse, o collegate, anche il mercato degli spot promozionali, le scorrettezze si moltiplicavano, al fine di porre delle barriere all’ingresso insormontabili a difesa della posizione oligopolistica, nel silenzio dell’Antitrust.

Questo aspetto costituì uno dei motivi che ne originarono anche la decisione di entrare in politica. Con il placet di Craxi, oltre alla tutela dei propri interessi, la motivazione fu ascritta all’argine che si intendeva porre alla sinistra post-comunista, che trovò un supporto in un’ala dei servizi segreti ascrivibili al Pentapartito. Perché ogni partito disponeva dei propri servizi segreti: era nota la politicizzazione del comparto, che iniziava con le nomine di vertice. C’erano quelli della Dc di Andreotti, del Psi dello stesso Craxi… lo stesso Pci era organizzato con i propri adepti e referenti… persino la lega di Bossi in seguito costituì nel partito un proprio servizio, divenuto inesorabilmente deviato… e questo è un argomento da approfondire, perché riporta alle connessioni tra Stato e mafia, di uno Stato-mafia che fatica a svilupparsi in virtù anche del fatto che la classe politica e composta da ignoranti, da incompetenti. La politica degli ultimi 50 anni si è rivelata fallimentare e decadente. Perché infine è stato trascurato il modello di società valoriale, che assume gli ideali come priorità, ed è stato trasformato tutto in un sistema che fa pensare solo ai soldi, in cui gli individui diventano abietti, meschini e disonesti sol per “fare soldi”. Pavia docet.