La ‘Ndrangheta è governata da una struttura di vertice: il Crimine. E’ difficile capire chi lo possa comporre. Le persone non forniscono informazioni esplicite. Ma ne parlano…e questo ne conferma l’esistenza. Come Cosa Nostra, quindi, anche l’organizzazione calabrese conferma di avere tuttora una gerarchia precisa, nonostante i passati arresti. Il Crimine, o Provincia, si pone infatti come una commissione all’apice assoluto dell’intera ‘Ndrangheta, sia nella regione, sia nel resto d’Italia, sia a livello internazionale. Ne discende che ai vari gradi vi sono ruoli ben precisi e che il sodalizio ‘ndranghetista è infine unico, nonostante ovvi contrasti che possono sorgere tra le varie ‘ndrine malavitose, o tra le “locali”, che ne costituiscono i raggruppamenti di zona. Ma il Crimine è così potente da costituire il riferimento per le diramazioni presenti in tutto il mondo.
Per comprendere la struttura della ‘Ndrangheta si può partire dall’alto. Il Crimine “è di tutti” diceva Domenico Oppedisano, scelto come capo dell’organizzazione e arrestato nel 2010. Ma effettivamente questa commissione è composta sostanzialmente, secondo chi indaga, dai rappresentanti dei tre grandi mandamenti in cui si divide la Calabria: Jonico (detto anche Montagna, che comprende l’Aspromonte), Tirrenico (o Piana) e Reggio Calabria (o Centro, ovvero Città). Tra i primi due assumono rilevanza gli agglomerati di San Luca e Rosarno. Nelle fila dei clan dei mandamenti, vengono scelti gli esponenti di spicco. Al loro fianco, ci sono i collaboratori più stretti, che risultano fondamentali per la trasmissione e l’imposizione degli ordini derivanti dalle decisioni. Si tratta di ordini perentori, vincolanti, che affiliati e non affiliati devono rispettare. Non ci sono alternative, anche se le direttive provengono da boss minori, pena l’applicazione di ritorsioni concrete. Gli “sgarri” non sono contemplati.
La libertà individuale e di azione, comunque, si intreccia con le linee guida. È facile comprendere come peraltro l’appartenenza all’organizzazione manifesti i propri vantaggi, soprattutto in termini economici, per cui l’adesione è incentivata. Questo fa comprendere il movimento univoco dell’organizzazione, che si dirama verso il basso, fino a giungere agli elementi di base: le ‘ndrine (a carattere familiare, secondo un concetto di "famiglia estesa") e le locali. È vero d’altra parte che gli uomini della ‘Ndrangheta, i militari, devono seguire un percorso di ammissione che comporta anni di tempo, ma è altrettanto vero che praticamente l’intera popolazione calabrese è parte della ‘Ndrangheta, o perlomeno contigua. Per questo si parla anche di Società. L’appartenenza permette la diffusione del sodalizio fino ad arrivare al livello internazionale, con l’espansione in altri Stati d’Europa e in altri continenti. La ‘Ndrangheta ha però origini storiche, antiche, evidenziate dai gradi che vengono riconosciuti, in commistione con la fede cattolica: Santa, Vangelo, Capobastone, camorristi, sgarristi. In tempi moderni, assumono rilevanza persino altri ruoli: i cosiddetti brokers della ‘Ndrangheta, ad esempio, sono capaci di trattare lo scambio di 2/3 tonnellate di cocaina per volta e di operare direttamente in Colombia, a contatto con gli esponenti delle Farc, oppure con i cartelli del Messico in America Centrale.
Il Crimine è sovraordinato ai tre mandamenti e si riunisce solo per questioni particolarmente rilevanti. Storicamente, la leadership è appannaggio di San Luca, in virtù del noto Santuario della Madonna di Polsi, sede delle riunioni della Provincia, ma il peso di Rosarno ha un’importanza considerevole. Il 2 settembre di ogni anno, Festa della Madonna di Polsi, i boss si riuniscono presso il Santuario, dove decidono in merito a contrasti ed alleanze, strategie ed operazioni. È a Polsi che viene scelto il Capo-Crimine. La struttura dei tre mandamenti fu istituzionalizzata dopo la seconda guerra di ‘Ndrangheta, che comportò circa 600 morti. Assumono rilievo, all’esterno della Calabria, anche le Camere di Controllo di Liguria, Lombardia e Piemonte, così come le diramazioni in Australia e Canada. Tutte le locali dipendono dal Crimine, ma sono autonome nel proprio territorio. Il Capo-Crimine è temporaneo. Al suo fianco, ci sono il Capo-Società e il Mastro Generale. Complessivamente, la ‘Ndrangheta ha un giro d’affari stimato a livello internazionale di 150 miliardi di Euro l’anno. Oltre al narcotraffico, dominante, i suoi business comprendono estorsioni, usura, traffico d’armi, gioco d’azzardo, rifiuti tossici e radioattivi. I ricavi vengono quindi riciclati nell’economia ordinaria, tramite investimenti in attività produttive e nel mercato immobiliare, soprattutto. A livello internazionale, nei 5 continenti, si innescano le alleanze con le organizzazioni delinquenziali locali. In tutto questo contesto, però, la Calabria vive e si sviluppa con difficoltà. E' tutto il sistema che non funziona. I giovani sono in fuga...
24.09.2024
Alessandro Ceresa