La potenza atomica dell'Iran

L’Iran ha intercettato e catturato nei giorni passati un drone statunitense entrato nel proprio spazio aereo. L’Uav (Unmanned Aerial Vehicle), il velivolo aereo senza pilota ScanEagle, stava eseguendo scansioni di informazioni sopra il Golfo Persico. Un’unità navale dei Guardiani della Rivoluzione lo ha avvistato e requisito. L’intelligence degli Stati Uniti sta valutando l’osservazione del reattore di Bushehr, dove l’Iran potrebbe già aver prodotto plutonio da utilizzare per armi atomiche. Le immagini e le registrazioni del sito sono state fornite da altri drones americani, operanti nella regione del Golfo. Un drone attivo nella zona era stato avvistato all’inizio del mese passato. I jets iraniani avevano cercato di colpirlo. L’Iran dispone di una flotta abbastanza evoluta e di sottomarini. Gli Stati Uniti hanno fornito a Teheran una deadline per avviare la cooperazione con l’Aiea. Entro marzo, il regime dovrà fornire spiegazioni e risultati alle autorità internazionali. La Repubblica presieduta da Ahmadinejad è indubbiamente impegnata nella realizzazione di testate atomiche, che le permettono di difendersi da altre potenze e di statuire il proprio ruolo egemone, in veste di componente dell’alleanza dei Paesi non allineati e dell’Internazionale Islamica. Yukiya Amano, Direttore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) ha indicato gli scarsi progressi registrati nelle trattative tra lo stesso ente delle Nazioni Unite e gli iraniani, che non hanno fornito ancora il permesso di monitorare le attività svolte nel sito di Parchin. Amano si è detto convinto del fatto che la controversia con l’Iran possa essere risolta tramite soluzioni diplomatiche. Il centro di Parchin è stato segnalato come possibile sito per la conduzione di test atomici, destinati alla preparazione di ordigni. Posta di fronte agli impianti di Hemmat, la struttura è nota per gli esperimenti svolti in passato. La quantità di uranio altamente arricchito a disposizione del regime di Teheran è aumentata. Indubbiamente, il materiale radioattivo potrà essere utilizzato per armi atomiche e per fini duali. Tra Parchin e Hemmat, si estende un’ampia zona di suolo, segnata da ingressi che fanno sospettare la presenza di bunkers sotterranei. Si vedono torri cilindriche e porte. L’intero appezzamento può essere rivolto alla sperimentazione di deflagrazioni. Hemmat, d’altra parte, è il centro che produce missili, vettori e testate, grazie allo sviluppo dell’industria elettrica ed aerospaziale. Le immagini satellitari rivelano l’esistenza di ambienti sospetti in tutta l’area, posta sotto la sorveglianza dei Pashdaran (i Guardiani della Rivoluzione). La Spagna è stata coinvolta in un traffico di tecnologia destinata all’industria atomica dell’Iran. L’impianto per l’arricchimento dell’uranio di Natanz è in attività. Le 3.000 centrifughe della struttura riescono a sintetizzare isotopi con una percentuale di raffinazione pari al 20%, oltre il limite richiesto per usi normali (3% di U235). Tutti gli altri siti atomici rilevabili in Iran dimostrano il grado di evoluzione del settore, ma sono spesso sottratti alla supervisione dell’Aiea. L’industria atomica dispone di grandi siti, a cui si sommano impianti nucleari minori. Le strutture atomiche destinate a produrre elettricità, soprattutto, meriterebbero maggiore attenzione, visto che sintetizzano plutonio come elemento derivante dalle reazioni. Il regime di Teheran è intenzionato a proseguire le procedure di arricchimento dell’uranio, accrescendo il numero di centrifughe operanti. Nonostante le domande delle autorità internazionali, volte a imporre la chiusura dell’impianto di Fordow, la riduzione delle percentuali di raffinazione (giunte al 20%) e l’alienazione del materiale fissile di proprietà, l’Iran ha quindi ribadito l’intenzione di continuare il programma atomico osteggiato dall’Occidente. Il tavolo delle trattative è tuttora povero di argomenti aggiornati. La maggioranza delle nazioni che costituiscono il <<board>> dell’Aiea potrà denunciare l’Iran alle Nazioni Unite e far applicare altre sanzioni internazionali. L’Europa ha adottato una posizione identica a quella statunitense. È inutile attendersi che l’Iran smetta il proprio programma atomico. I grandi Stati devono adesso confrontarsi con un’altra potenza atomica. È indubbio, d’altronde, che l’esercito di Teheran sia in possesso di armi atomiche, di diverso potenziale, comprate o prodotte internamente. Le sanzioni nei confronti della Repubblica islamica restano inalterate. Ovviamente, nonostante le smentite, i programmi nucleari dispongono di tecnologie duali e possono essere volti a fini militari. L’impianto di Fordow è pienamente operativo: dispone di 700 centrifughe e di altre 2.100 attivabili. Il reattore di Arak è altrettanto funzionale per la sperimentazione di armi atomiche. È indubbio che l’Iran conduca e abbia condotto ricerche volte alla produzione di testate atomiche, nonostante la firma del Trattato di Non Proliferazione. La posizione dell’Iran è simile a quella di Pyongyang, che lasciò lo stesso trattato (Npt) e sperimentò sia missili, sia armi atomiche. Ahmadinejad è diventato uno dei grandi leaders mondiali, tramite l’affermazione della propria potenza atomica, che intende accrescere.
 
 
04/12/2012