Siria

Una bomba è esplosa oggi a Damasco, facendo registrare almeno una vittima davanti allo stabile della Red Crescent. L’attentato è stato attribuito a terroristi connessi ad Al-Qaida. È indubbio che agenti non convenzionali, come il gas nervino, siano già stati impiegati nella guerra che sta colpendo la Siria. Lunedì, il regime di Damasco aveva negato di voler utilizzare l’arsenale di armi chimiche di cui dispone nei confronti dei siriani. Durante la stessa giornata, un bombardamento aereo ha ucciso almeno 12 individui nell’abitato di Ras al-Ain. Sono stati registrati oltre 30 feriti. Il jet ha colpito la zona di Mahata, controllata dal fronte jihadista Al-Nusra e da altri contingenti dei rivoltosi. Il resto delle città è monitorato da milizie curde. Erano già stati notati dei contrasti tra i diversi gruppi alla fine di novembre. Nelle ultime settimane, la crisi siriana ha mostrato una recrudescenza. L’artiglieria e l’aviazione di Assad hanno continuato a bersagliare i sobborghi di Damasco, per accrescere il perimetro di sicurezza della zona. L’esercito ha colpito altri centri: Yabrud, Yalda, Donma, Harasta, Irbin, Haran al-Havamid, Hajar al-Aswad e Aqraba. Il numero delle vittime della guerra, finora, ha raggiunto 41.000 unità, secondo le stime fornite da fonti non inattendibili. I morti sono centinaia, ogni giorno. La crisi in Siria rimane un elemento di rilievo in ambito internazionale. A partire da domenica, ci sono stati altri scontri nelle città di Daraya e, soprattutto, di Homs, dove un attentato ha sconvolto un isolato intero, producendo 15 morti e 24 feriti. L’autobomba era indirizzata verso i sostenitori del regime e può essere addebitata ai rivoluzionari. I soldati di Assad utilizzano missili, artiglieria pesante e aviazione. Gli assalti dell’esercito hanno bloccato un periodo propizio agli insorti. Gli esperti dell’intelligence occidentale avevano già segnalato l’utilizzo dell’aeroporto internazionale di Damasco per l’importazione di armi dall’Iran, destinate al regime di Assad. Lo scalo è stato oggetto di fieri contrasti durante la scorsa settimana, essendo un obiettivo strategico. I rivoluzionari avevano iniziato ad occupare il sobborgo di Marj a-Sultan, posto a margine della connessione tra l’aeroporto stesso e il centro urbano di Damasco. I duelli si erano quindi estesi alle zone confinanti, facendo sospendere alcuni voli di linea. I soldati del regime hanno risposto tramite un’offensiva di terra e tramite bombardamenti delle aree nemiche. I jets hanno bersagliato obiettivi dei ribelli. La reazione del regime ha bilanciato l’avanzamento dei rivoltosi nelle province di Homs, Deir al.Zor, Idlib e Aleppo, che rimane praticamente isolata, visto il blocco delle maggiori vie di collegamento. Gli insorti sono riusciti a conquistare numerose basi nemiche e a requisire blindati e artiglieria, ampliando la propria influenza nell’intera nazione. I guerriglieri siriani hanno persino sparato dei proiettili oltre il confine con il Libano. Gli scontri tra sunniti e alaviti si sono estesi al centro urbano libanese di Tripoli.
 

Film: Marj al-Sultan Atomic Power Plant

06/12/2012