Iraq

L’Iraq è tuttora assoggettato a tensioni. Il premier iracheno Nuri al-Maliki ha indicato due giorni fa la presenza di <<divisioni etniche>>, dopo che le negoziazioni volte a ridurre i contrasti tra i curdi e gli stessi iracheni sono giunte ad una fase di impasse. Il numero di individui uccisi da attentati in Iraq è cresciuto nel mese di novembre, per colpa, soprattutto, degli attacchi condotti durante gli ultimi giorni del periodo. Il bollettino iracheno indica 166 morti e 252 feriti. Il fatto pone dei dubbi in merito all’azione del sistema di sicurezza. La formazione del Comando Operativo del Tigri, le cui mansioni sono rivolte al nord dell’Iraq, ha comportato una risposta negativa da parte dei leaders curdi, che vogliono incorporare la regione nel proprio Stato. L’esistenza stessa del Comando ha fatto interrompere il dialogo tra il Governo iracheno e gli ufficiali curdi. Una guerra tra le differenti entità non è probabile. L’Esercito Iracheno mantiene il diritto di agire in tutte le parti dell’Iraq. Secondo al-Maliki, il compito di Baghdad e della regione curda consiste nel superare le tensioni, senza interventi esterni. Le divisioni settarie tra sunniti, sciiti e curdi, quindi, nonostante la fine della guerra in Iraq, restano dei dilemmi da affrontare. Durante la settimana passata, i massimi livelli delle autorità federali irachene e curde avevano deciso di attivare dei comitati di coordinamento tra le rispettive unità, per calmare la situazione esistente. Diviso tra cinque nazioni, il Kurdistan è noto per le istanze di indipendenza avanzate dai propri abitanti, che le stanno proponendo in modo insistente nei confronti di Baghdad. Le zone interessate dai recenti problemi sono state poste sotto il monitoraggio di contingenti iracheni e di truppe aggiuntive, grazie al coordinamento tra l’esercito statale e le milizie curde. La decisione è stata presa alla presenza di esponenti iracheni (Falah al-Fayadh e Faruq al-Araji), statunitensi (Robert Caslen) e curdi (Jabbar Yawar e Anwar Haj Othman). Il premier della regione interessata dagli scontri, Barzani, ha promosso il ritorno alla normalità, dopo che i guerriglieri curdi si sono scontrati con le forze di Baghdad nell’abitato di Tuz Khurmatu. Il Kurdistan rimane una regione ricca sotto il profilo economico, visti i giacimenti di idrocarburi di cui dispone. La ricerca di petrolio è destinata ad aumentare, grazie ai contratti firmati con varie compagnie. La rivoluzione siriana pone altre istanze alle autorità di Baghdad, secondo cui il sistema di monitoraggio dello spazio aereo iracheno non è adatto al controllo di tutto il proprio territorio, nonostante l’impegno volto ad impedire il rifornimento di armi alla Siria. La proliferazione atomica resta un'istanza di rilievo per l'Iraq, visto il numero di siti esistenti.
 
 
03/12/2012