Las Vegas è un agglomerato urbano
moderno e splendente, sorto nel mezzo del deserto del Nevada, a centinaia di
miglia di distanza dalla costa oceanica della California, che forma un
mandamento autonomo. A Las Vegas, la mafia americana ha stabilito il capoluogo di
uno dei propri business storici: il gambling, ovvero il gioco d’azzardo. Le
bische e i tavoli sono diffusi praticamente in tutti gli hotel. Vecchi e
giovani sono impegnati con macchine, scommesse e partite a carte. Centinaia di
limousine trasportano i clienti degli alberghi. Riciclaggio e traffico di
narcotici diventano attività collegate al turismo, a cui si sommano estorsioni,
furti e altri reati. Si vede nettamente, quindi, la diffusione
della mafia americana di origini bianche e statunitensi. La
<<mala>> addetta a lavori irregolari dimostra soprattutto tratti
etnici messicani o neri. La mafia di origini italiane è rappresentata da
diversi esponenti, che gestiscono varie attività a Las Vegas. Il sodalizio è
connesso alla famiglia di Los Angeles. Nell’ambito dell’organigramma della
delinquenza italo-statunitense, New York rimane in una posizione direttiva
egemone. Si stima che ogni esercizio alberghiero di Las Vegas possa guadagnare
stagionalmente profitti netti superiori a 1.000.000 di dollari. L’apporto
dovuto all’affluenza delle bande, costituite soprattutto da immigrati, è
decisivo e implica la fornitura di narcotici e il reato di riciclaggio. I
sodalizi dei Crips neri di Los Angeles e degli Zeta messicani svolgono un
ruolo egemone anche a Las Vegas. Gli Zeta, inoltre, costituiscono una gang così
ampia da far loro attribuire una preponderanza. Gli allucinogeni raggiungono
gli Stati Uniti soprattutto dal Centro e dal Sud America. La regina del
narcotraffico colombiano, Griselda Blanco, nota per l’attività svolta a Miami,
è stata uccisa all’inizio di settembre. L’offerta di droghe vendute a Los
Angeles è fornita spesso da cartelli messicani, Farcs colombiane e gangs
venezuelane, panamensi, brasiliane ed ecuadoriane. Gli affiliati alle Triadi
agiscono come spacciatori di sostanze provenienti dall’Asia, o comprate in loco.
La <<roba>> importata a Las Vegas proviene dalla stessa L.A. e
direttamente dagli Stati esteri. Gli esponenti dei sodalizi delle varie
nazioni alimentano i canali verso l’Europa. Rimangono dei dubbi in merito all’applicazione
delle leggi statunitensi nei confronti dei delinquenti che agiscono nel
<<selvaggio West>>. I messicani sono intenzionati a recuperare le
regioni sottratte agli indios, ma costituiscono solo gruppi mafiosi. La polizia
di Las Vegas dice che a New York sono stati uccisi 10 agenti negli ultimi 3
anni. Indubbiamente, i grossi arresti sono un dispositivo adeguato per
stabilire la superiorità e la potenza dell’antimafia.