Laos

Le istanze di guerriglia nei confronti del Governo motivano tuttora le rare azioni condotte dall’etnia Hmong in Laos. La prosperità della Tailandia è tutelata da un confine blindato, che divide le due nazioni in mezzo alla giungla asiatica. La differenza tra le razze si nota subito. I visi dei laotiani sono contraddistinti da zigomi appiattiti. Il movimento dei Hmong iniziò ad agire nei confronti del Governo imposto dal partito Pathet Lao nel 1975, alla fine della guerra segreta memorizzata, a margine della guerra in Vietnam, tra le milizie supportate dai contingenti di Hanoi e i guerriglieri alimentati da Bangkok e da Washington. Dal 1961, i Hmong e i soldati realisti, alleatisi al Vietnam del Sud, fornirono agli statunitensi sostegno, avamposti e basi per l’aviazione. Finita la guerra in Vietnam, gli esponenti politici del Pathet Lao imposero il proprio sistema. I Hmong, storicamente oppressi dai laotiani, continuarono le operazioni di lotta clandestina, nonostante la mancanza di armi, restando spesso rifugiati nella giungla, armati di missili e di ordigni anticarro. Il Fronte Unitario per la Liberazione del Laos e i militanti realisti affiancarono i rivoltosi a partire dagli anni ’80. Tutte le smanie di opposizione si dissolsero nel tempo. I contrasti sono oggi isolati. L’esercito di Vientiane si è dotato di armi atomiche. Ci sono vari siti sospetti. Il Laos resta una zona frequentata da sbandati, da drogati e da milioni di esponenti delle mafie asiatiche.   

28/06/2012