UN SITO SOSPETTO NELLA REGIONE DI ISFAHAN |
Le sanzioni nei confronti
dell’Iran e delle altre nazioni islamiche sono appropriate. Il regime di
Teheran ha dichiarato alle autorità internazionali solo una frazione dei siti
nucleari di cui dispone. La convinzione deriva dall’esistenza, evidente, di
strutture atomiche poste in tutto lo Stato. Gli impianti noti e denunciati, tra
cui compaiono quelli assoggettati alla supervisione dei tecnici dell’Aiea, sono
posizionati a Isfahan, Natanz, Fordow (Qom), Bushehr, Ardakan, Teheran, Khondab
(Arak), Darkhovin, Yazd, Bandar Abbas (Gchine), Tabas, Behjatabad-Abyek, Karaj,
Bonab, Chalus, Fasa, Kolahdouz, Lavizan, Taba, Parchin, Qazvin, Neka, Saghand,
Tabriz, Mo’allem Kalayeh, Esteghlal e Anarak. L’impianto di Fordow ha iniziato
ufficialmente a sintetizzare uranio arricchito. La destinazione militare del
programma di Ahmadinejad è ovvia. Altri impianti atti a elaborare componenti
per il procedimento di arricchimento sono posti a Lashkar-Abad, Arak, Teheran e
Mashhad. Il livello di sviluppo tecnologico dell’Iran può far proliferare
rapidamente industrie in grado di produrre diversi isotopi e reazioni nucleari,
utilizzando tutte le tecniche disponibili (separazione gassosa o
elettromagnetica, turbine, laser, plasma, fissioni…). I siti sconosciuti sono
almeno un centinaio. Oltre ai giacimenti di Saghand e di Gchine, il suolo
desertico dell’Iran offre spesso filoni di uranio, parzialmente sfruttati. I
centri sospetti sono gestiti nell’ambito di un settore evoluto. Gli impianti
esistenti a Gaz, Arak, Shiraz, Bonab, Khoy, Shadid Rajai e Fardis dimostrano
una tecnologia abbastanza avanzata. I reattori sono connessi a torri di
raffreddamento giganti. È improbabile che la loro origine non sia atomica.
L’impianto di Bushehr è persino più moderno ed è affiancato da centri di
supporto. Gli altri siti nucleari presentano strutture utilizzate spesso in
molti Stati. Sono individuabili sia bruciatori di ampie dimensioni, sia architetture
di limitata grandezza, che possono impiegare il mox, ovvero il combustibile
misto. Gli scarti radioattivi riescono a integrare l’esplosivo di ordigni atomici.
Tabriz costituisce un centro di notevole rilevanza, visto il numero di
obiettivi individuabili nella regione. La zona tra Teheran, Karaj, Lashgarabad,
Taba, Abyek, Alborz e Qazvin offre la possibilità di registrare impianti noti e
inesplorati. La provincia di Isfahan è altrettanto densa di strutture illegali
o non denunciate. Qom dispone di vari siti vietati, destinati, inoltre, al
settore missilistico. Nei pressi dell’impianto per l’arricchimento di Natanz ci
sono centri dubbi, posti a Kashan, a Taherabad e nello stesso abitato di
Natanz. Bandar Abbas alloggia una power station atomica, oltre ad aziende che
forniscono zinco e alluminio. I siti dell’impresa nazionale petrolifera
dell’Iran sono spesso affiancati da impianti nucleari, ad Abadan, Gaz
(Isfahan), Ahwaz, Asaluyeh, Kermanshah, Arak, Bandar Imam Khomeini, Shiraz,
Bojnourd, Tabriz e Urmia. Arak ha molte industrie attive e basi missilistiche
posizionate ai bordi dei monti che accolgono il capoluogo. Tutta la nazione
offre alle immagini spaziali un numero di siti sospetti, non denunciati, atti a
ribadire le capacità atomiche dell’Iran e individuabili a Kermanshah, Abyek,
Urmia, Khoy, Sofian, Tabriz, Miandoab, Faizabad, Joorgan, Majlesi, Ardakan,
Shahrekord, Isfahan, Borujen, Zarrin Shahr, Gaz, Kashan, Natanz, Qom, Kaveh,
Teheran, Parand, Karaj, Khamir, Bostanu, Sirri Island, Lavan, Asaluyeh,
Bushehr, Omidiyeh, Bandar Mashahr, Ahwaz, Lashgarabad, Qazvin, Alborz, Rasht, Salkisasr,
Bandar Imam Khomeini, Farrokhshahr, Ramsar, Nushahr, Gorgan, Birjand, Khur,
Yazd, Marvdasht, Shiraz, Nain e Fars
Nov. L’avvicinamento di Ahmadinejad a Chavez dimostra l’intesa esistente tra i
due leaders nell’ambito dell’Opec e i contratti sottoscritti, ma getta un'ombra
sul mantenimento dei rapporti tra l’Iran e un esponente della mafia
internazionale. Teheran ha ricevuto il sostegno strategico delle nazioni non
allineate, realizzatosi tramite il perfezionamento della fornitura di armi,
carroarmati, aerei, navi e bombe per l’aviazione, l’esercito e la marina. Oltre
ai missili normali, l’esercito dispone di ordigni nucleari che esplodono grazie
agli urti con le superfici, tramite una tecnologia facilmente duplicabile. La
cooperazione con gli altri Stati è rivolta allo sviluppo di sistemi
missilistici e spaziali. Gli ordigni di proprietà dell’Iran sono atti a
produrre movimenti sismici. Durante gli anni passati, Teheran ha tentato di
sviluppare ulteriormente i propri missili, sperimentando vettori, combustibili,
testate, laser, impianti elettrici di guida ed esplosivi. Le industrie del
centro di Hemmat offrono tutte le tecnologie adatte alla fabbricazione degli
ordigni. L’Aerospace Industry e la divisione missilistica, soprattutto, sono
destinate alla preparazione di bombe. Le postazioni attrezzate con testate
terra-aria (Sam – surface to air missiles) sono centinaia e fanno registrare
una densità maggiore in prossimità dei principali centri strategici: Teheran,
Bonab, Natanz, Bandar Abbas, Shiraz, Qom, Isfahan, Kermanshah, Taba, Mashhad.
L’apporto di A. Q. Khan al programma atomico dell’Iran è stato più volte
ribadito. Lo scienziato pakistano supportò persino la definizione di tecnologie
nucleari in Libia e in Iraq. Ahmadinejad può stabilire il numero e gli
obiettivi da colpire con il proprio potenziale.
Alessandro Ceresa