Lotta alla mafia

Gli arresti di notevoli esponenti della criminalità, affiliati a Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, non comprendono tutti i sodalizi mafiosi diffusi in Italia, i cui esponenti riescono a condurre i propri affari in modo indisturbato (persino a L’Aquila). Restano da spiegare alcuni fatti. La ‘Ndrangheta è finanziariamente facoltosa. La Camorra si comporta con un’arroganza intollerabile. Cosa Nostra e le altre mafie infiltrano i propri delegati nel Governo e in Parlamento. I sodalizi agiscono utilizzando come servizio informativo deviato i mezzi giornalistici, le radio e le tv di Berlusconi, che riconoscono come proprio capo, sostenendo gli interessi dello stesso businessman di Arcore. Per alimentare il traffico di droga, o per le compravendite di immobili, esistono dei gruppi di delinquenti che si permettono persino di ricattare la gente, esigendo dei soldi, che, di regola, non possono essere mai elargiti alla criminalità. Chi vuole avere tra i piedi dei drogati disoccupati? Come dobbiamo reagire noi europei, appartenenti ad un club esclusivo di nazioni e di individui sviluppati? Dobbiamo spiegare ai capimandamento che le loro ambizioni da primitivi sono insussistenti e che le province sono amministrazioni dello Stato? O è già abbastanza evidente? L’esempio di Pavia è eclatante e fa schifo. I centri urbani milanesi sono appestati dalla delinquenza. Il resto d’Italia è in condizioni identiche. La società e la mentalità della mafia sono insopportabili. L’ondata di arresti non è sicuramente merito di un Governo che avvantaggia la criminalità di stampo mafioso con i propri provvedimenti: può aiutare a stabilire una legittimità indispensabile, ma deve essere accompagnata da comportamenti destinati a tagliare l’espansione di tutti i gruppi della mafia.


03/08/2010