Buckingham Palace |
La mafia del Regno Unito enumera milioni di esponenti, attivi soprattutto nel traffico di narcotici, che sottrae miliardi di pounds al sistema produttivo. La società inglese dimostra un declino, per colpa di tutti i drogati e degli spacciatori che si sono insediati nella city di Londra e negli altri centri urbani. Nell’ambiente collettivo, il tradizionale pensiero britannico, che contraddistingue tuttora, talvolta, l’English Society, è stato sostituito dalla rogna dei pezzenti e dei drogati che affollano ristoranti, bar, stazioni dei treni, strade, mezzi di trasporto, negozi. La loro presenza è diventata insopportabile. Gli stessi drogati traggono la maggior parte dei propri introiti dal traffico di narcotici, che ha rovinato troppi giovani inglesi. Il contrasto tra la mafia britannica e la società collettiva è esploso all’inizio di agosto: migliaia di emarginati, di delinquenti e di mafiosi sono scesi nelle strade per vendicare la morte di Mark Duggan, un drogato, uno spacciatore, ucciso dai proiettili della polizia nel sobborgo londinese di Tottenham, durante un tentativo di arresto, connesso all’Operazione Tridente. Duggan era un giovane cresciuto nella periferia di Londra, in mezzo al clima delinquenziale delle gangs, a cui apparteneva, avendo fondato la Star Gang, una diramazione della Tottenham Mandem Gang, ascrivibile tra le bande che infestano il centro urbano. Il cugino di Starrish Mark, Kelvin Easton, era morto per colpa di una rissa in marzo. La subcultura di periferia aveva segnato l’esistenza di entrambi. Le facce marchiate dai narcotici, i looks e gli atteggiamenti da bulli lasciavano notare la loro appartenenza all’ambiente mafioso inglese, contraddistinto dall’ignoranza propagata da emittenti televisive. Duggan, inoltre, era nipote di Desmond Noonan, un capomafia di Manchester, deceduto. Non è sbagliato dire che fosse un gangster. La reazione della mafia britannica ha stupito l’opinione degli spettatori internazionali. I mobsters, gli esponenti delle gangs, si sono movimentati in massa e hanno incendiato, distrutto e derubato i centri urbani di una delle più sviluppate nazioni europee, i cui abitanti avevano già proclamato la propria intransigenza verso furti e delinquenza. Cinque morti e decine di feriti hanno testimoniato l’intensità degli scontri. La mafia del Regno Unito, fino ad allora celata, è però diventata visibile. I gruppi delinquenziali sono costituiti da sodalizi composti da indiani, arabi, neri, britannici e irlandesi, uniti in gangs. La loro arroganza e le istanze indirizzate a domandare soldi sono inammissibili. È stata indicata una struttura di comando, come le commissioni italiane e statunitensi, che adotta il nome di jirga, volta a ordinare i capimafia delle città e delle regioni, vista la posizione di boss attribuita ad Al-Fayed, il businessman arabo, esponente della mafia internazionale, proprietario, fino al 2010, del mercato di Harrods, nei pressi di cui si riuniscono i leaders zonali. I mafiosi spacciano narcotici nel Regno Unito e in altri Stati, utilizzando delle emittenti italiane (Fininvest), inglesi (Magic) e Al Jazeera come providers deviati, riuscendo ad alterare la Bbc, agendo congiuntamente alla mafia italiana facente capo a Berlusconi e giungendo a suffragare anche Mills. Gli inglesi alloggiano esponenti mafiosi internazionali e accettano i loro utili pagamenti in cambio di interessi. Gli aeroporti sono diventati degli hubs per l’import e per l’export di sostanze tossiche, grazie a monitoraggi inadeguati, potenziabili tramite coordinamenti adatti. Gli aerei provenienti dal Pakistan, dall’India, dall’Egitto, dal Brasile, dal Venezuela, dal Libano, dalla Tunisia, dal Marocco e da altre nazioni trasportano narcotici destinati ai mercati europei. Scotland Yard nota persino il consumo di eroina. Gli arresti sono accrescibili. La city ospitò l’impiccagione di Calvi, esponenti e riciclaggio di denaro della mafia italiana. Tra gli indagati agenti, in passato, nel Regno Unito, si può citare anche l’indiano Dawood, leader di una gang attiva in India: D-Company. Londra, d’altra parte, rimane un mercato di notevole importanza. I managers stanno però finanziando il narcotraffico, ne riciclano i profitti e mantengono delle responsabilità nella diffusione dei sodalizi mafiosi, a scapito dell’occupazione degli europei, nonostante le intenzioni di trasformare la city in uno degli ambienti internazionali più apprezzati. La loro imperizia è opinabile. La Corona britannica, infimamente nota per i tradimenti, per i finti orgasmi e per infelici ambizioni sovranazionali, ricicla abbondantemente i profitti illeciti e tollera gli affari mafiosi, senza mostrare atteggiamenti intelligenti.
07/10/2011