Gheddafi ucciso dagli insorti

Bab al-Aziziyah - Alessandro Ceresa ©
Gheddafi è stato ucciso oggi in Libia dagli insorti. Il rais di Tripoli è stato intercettato a Sirte ed è stato ammazzato con dei colpi d’arma. Uno dei proiettili sparati lo ha raggiunto alla testa. I rivoluzionari avevano aggredito ieri i superstiti dei suoi contingenti, asserragliati in pochi immobili accatastati nei distretti adiacenti alla zona di Al Dollar e al litorale marino. Gli spostamenti di Gheddafi erano stati monitorati costantemente. Oggi, il gruppo di macchine su cui viaggiava il comandante arabo, attorniato dai propri soldati, è stato bloccato da un drone e da due jets occidentali, che hanno lanciato degli ordigni. Gli insorti hanno quindi affrontato il drappello. Gheddafi è morto per colpa delle ferite inflitte. Le sue immagini sono parse chiare e hanno mostrato il viso coperto di sangue e il corpo esanime, movimentato dalle mani dei ribelli. La città di Sirte è distrutta. Si vedono fabbricati incendiati e perforati da missili. Sono stati trovati dei cadaveri nel presidio ospedaliero. Le sacche di resistenza delle truppe del rais sono finite. La guerra in Libia è sostanzialmente conclusa. Il Governo della rivoluzione, adesso, può unire le fazioni che hanno destituito il regime e modernizzare la costituzione dello Stato. La maggioranza dei libici ha deciso di adattarsi agli ideali imposti dai guerriglieri, che potranno impiegare dei mesi per condurre le ultime operazioni di stabilizzazione. Il figlio di Gheddafi, Saif al-Islam, è stato avvistato nei pressi di Bani Walid. I reparti di Bengasi, ieri, hanno visto una fila di 75 macchine in movimento, a sud del centro urbano, conquistato grazie a un perdurante accerchiamento. I checkpoints allestiti in tutta la Libia impediscono spostamenti illegittimi. Abdullah al-Senussi, il terzo indagato dalla giustizia dell’Onu, è sparito. I mandati di arresto dell’Interpol e del Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite sono inderogabili. Sono state individuate altre sepolture collettive. Esponenti governativi hanno ribadito che il capo dell’intelligence libica e Moatassim Gheddafi sono stati assassinati. I leaders della rivoluzione vedranno domani a Washington i massimi delegati della diplomazia degli Stati Uniti. Hillary Clinton è atterrata a Kabul, per una riunione con gli esponenti afgani. Al-Zawahiri e Al-Qaida mantengono un ruolo decisivo nello svolgimento della guerriglia in cui sono impegnati i contingenti occidentali. Le rivolte in Siria non si sono placate. Gli insorti hanno dimostrato nell’abitato di Aleppo la loro avversione ad Assad, la cui destituzione è domandata persino dai miliziani che hanno conquistato Bab al-Aziziyah. I movimenti della Primavera Araba sono indubbiamente degni di supporto, vista la modernità che implicano. Al-Zawahiri non può ignorare le istanze dei rivoluzionari. Gheddafi, d’altra parte, era un noto esponente mafioso, come Berlusconi. La sua eliminazione apre la strada alla formazione di Stati di diritto nella regione magrebina. Il sistema della mafia internazionale registra adesso l’egemonia della delinquenza ispanofona, soprattutto nei continenti americani.

20/10/2011