Denaro e il ponte fantasma

L'antico stabilimento balneare di Mondello
Capomandamento di Castelvetrano e della Provincia di Trapani, Messina Denaro non è solo il più importante esponente di tutto lo scenario mafioso di origine siciliana. Denaro è stato indicato al vertice della Cupola, della Commissione Interprovinciale di Cosa Nostra, nell’intento, lampante, di far approvare il varo del ponte sullo Stretto di Messina, che potrà far affluire nelle tasche della mafia e della ‘Ndrangheta miliardi di euro, grazie alla connivenza di Berlusconi, di Dell’Utri e del Governo. Matteo Messina Denaro è un <<prestanome>>, indicato dalla Cupola come proprio leader per domandare il progetto del ponte di Messina. Allo stesso tempo, però, Denaro resta un capomandamento influente, essendo l’ultimo degli indagati per il periodo <<stragista>> di Cosa Nostra, che registrò, all’inizio degli anni ’90, assassini e attentati condotti nei confronti dello Stato e dei suoi rappresentanti. La nomina di Denaro, d’altronde, è riuscita nel proprio intento e i lavori del ponte sono stati avviati, come finanziamento elargito in cambio dei voti della mafia siciliana e della ‘Ndrangheta al partito di Berlusconi (Pdl). Il boss di Castelvetrano è indagato dalla giustizia italiana per associazione mafiosa, omicidio, stragi, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e altri reati minori. Il capomafia dispone di individui che operano nei suoi interessi e agì in connessione con il clan dei Cuntrera-Caruana nell’ambito del traffico internazionale di narcotici. Latitante dal 1993, Denaro pare voler appoggiare la cattura di altri ricercati. Il progetto del ponte sullo Stretto di Messina è stato appaltato a un gruppo di aziende, presentatosi sotto il nome Eurolink, costituito da Impregilo (capogruppo e società mandataria, titolare del 45% delle quote totali) e da altre compagnie. Il costo dell’opera, pari, inizialmente, a 3,9 miliardi di euro, è cresciuto, fino a sfiorare la cifra di 6,1 miliardi. La partecipazione statale assicurerà 2,5 miliardi di euro. È prevista una penale, pari al 10% della frazione non realizzata dell’opera, se il Governo stabilisse di fermare i lavori iniziati. Grazie all’appalto del ponte, il Pdl di Berlusconi ha raggiunto e consolidato la maggioranza politica relativa in Sicilia e in Calabria, ottenendo il supporto di Cosa Nostra, ‘Ndrangheta, Camorra e Sacra Corona Unita. Gli stessi siciliani dicono però di potersi accontentare del pagamento della sanzione, se il progetto non sarà finito. È probabile la procedura di ultimazione dei soli progetti marginali, volti al recupero delle aree dei porti e delle stazioni ferroviarie. Le società contraenti, d’altronde, hanno già previsto l’ampio utilizzo dei fondi europei disponibili tramite le leggi-obiettivo. Impregilo, società controllata dal gruppo Ligresti, è normalmente in contatto, direttamente, tramite i propri rappresentanti o per interposta persona, con le aziende del trust di Berlusconi, che è quindi già stato ripagato per la decisione politica e incasserà altre tangenti nei prossimi anni. Il ponte sullo Stretto si inserisce, di conseguenza, tra gli affari statali atti ad arricchire i politici e i sodalizi mafiosi, come tutti gli stanziamenti amministrativi. Gli arresti dei principali delinquenti permettono di ristabilire normali rapporti economici. Rimane, però, inspiegata la copertura di cui si avvale la Fininvest, nota come un sodalizio mafioso, celato da complicità e sottintesi. I mezzi giornalistici di Berlusconi sono infatti deviati e occupati da mafiosi, che utilizzano persino il ricatto della spartizione dei finanziamenti statali, elargibili dal Pdl, come metodo per imporre azioni e comportamenti. La Fininvest è designata <<mafia tecnologica>>, per la diffusione di informazioni tramite radio e televisioni. Berlusconi è indicato come il capomafia del relativo sodalizio, egemone e attivo in tutta Italia. Le sue <<bande>> appestano l’atmosfera di tutte le regioni. Il magnate di Arcore, d’altronde, è un personaggio noto: iniziò il proprio business grazie ai soldi di Bontade e Calò, proseguì gli affari tramite le tangenti versate a Craxi e ad altri esponenti, aderì alla P2 di Gelli, si affermò come boss mafioso e giunse al vertice del Governo, raggirando milioni di votanti. Associazione di stampo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa e voto di scambio politico-mafioso compaiono tra i reati a lui attribuibili, oltre a tutti i fatti per cui è già stato indagato dalla giustizia. La nomina di Rita Borsellino tra gli aspiranti sindaci di Palermo, come rappresentante del centro-sinistra, ribadirà la connessione mafiosa tra il Pdl e gli esponenti di Cosa Nostra, che dirigeranno i propri voti verso il partito di Berlusconi, secondo le direttive fornite dagli esponenti della Cupola negli ultimi anni.

09/11/2011