Strutture atomiche e materiali radioattivi in Libia

Il power plant posto nei pressi del sito sospetto di Janzour, in Libia
Il ritrovamento di materiali radioattivi in Libia ribadisce i dubbi relativi alla potenza atomica dello Stato magrebino. I guerriglieri rivoluzionari sono riusciti a conquistare il centro di Sabha, nei pressi di cui erano stati indicati dei siti sospetti in passato. Le truppe del rais di Tripoli restano asserragliate in pochi punti strategici, tra cui ci sono i maggiori abitati di Sirte e di Bani Walid. L’arresto del Primo Ministro dell'antico regime, eseguito da agenti tunisini, avvalora il coordinamento tra forze di polizia. I reati commessi da Gheddafi, da suo figlio Saif Al-Islam e da Abdullah Al-Senussi saranno giudicati dal Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite. Le autorità preposte al monitoraggio delle strutture atomiche erano informate in merito all’esistenza, in Libia, di tonnellate di uranio grezzo. Il sito militare di Sabha cela migliaia di taniche, destinate al ciclo atomico e alla produzione di isotopi radioattivi. I barili sono stipati in due immobili. Sono state recuperate sacche piene di polverina gialla. In un altro fabbricato, sono stati individuati dei missili, rovinati e parzialmente corrosi. Il loro logoramento è tipico dei prodotti d’acciaio posti a contatto con elementi radioattivi. La Libia può quindi aver nascosto altri depositi di isotopi dell’uranio, utilizzabili in ambito militare. I libici devono chiarire la destinazione del sito di Al Mayah. Ieri, i rivoluzionari hanno spiegato di voler continuare l’aggressione dei baluardi che offrono ancora una residua resistenza alla loro propagazione. I guerriglieri sono pronti a lanciare l’offensiva finale, adoperando persino ordigni e artiglieria pesante. Gli insorti devono consolidare il monitoraggio dei punti di confine e delle zone tuttora rimaste nelle mani dei soldati del deposto rais, che hanno bloccato le strade di Abu Hadi. Le truppe di Gheddafi dimostrano di disporre tuttora di armamenti e di intenzioni agguerrite. I jets occidentali hanno individuato e colpito altri obiettivi strategici nei pressi di Sirte e di Waddan, tra cui lanciamissili, basi militari e blindati. Il blocco navale ha comportato indagini e allontanamenti. La Nato ha esteso il proprio impegno per altri tre mesi. Sirte rimane il target principale. La produzione di idrocarburi è in fase di ripresa, grazie alle misure stabilite dal Governo della Rivoluzione, che potrà designare come titolare del dicastero relativo un vecchio manager dell’Eni, Abdurahman Benyezza.

23/09/2011