L'Interpol domanda l'arresto di Gheddafi

Un guerrigliero rivoluzionario libico
L’Interpol ha diffuso un mandato di arresto ai massimi livelli, contraddistinto dall’enunciato Red Notice, per domandare la cattura di Gheddafi, di suo figlio Saif al-Islam e di Abdullah al-Senussi in tutte le nazioni. I reparti di polizia di ogni Stato sono quindi tenuti a imprigionare i tre indagati, per trasferirli alla giustizia delle Nazioni Unite. Ieri, i guerriglieri della rivoluzione libica hanno iniziato le manovre di aggressione dei centri urbani ancora posti nelle mani delle truppe del rais. Le strade di Bani Walid adesso sono assoggettate a scontri tra gruppi rivali e sono state registrate delle vittime. L’ultimatum offerto dai miliziani ai soldati governativi è scaduto. L’abitato è il primo obiettivo dei rivoltosi. I contingenti residui dell’esercito hanno lanciato missili Grad verso le posizioni nemiche. I contrasti hanno coinvolto anche zone adiacenti a Sirte. Gheddafi può aver trovato rifugio nei pressi della stessa città ed è stato costituito un commando speciale per il suo arresto, che lavora a contatto con la Cia, utilizzando persino dispositivi tecnologici per intercettare connessioni e movimenti. Gli insorti si sono impadroniti di carroarmati e di pezzi di artiglieria, che hanno piazzato nei pressi dei targets. Sabha e Jufra sono le ultime roccaforti dei lealisti. Il resto della Libia è controllato dai rivoluzionari. Alcuni alti ufficiali delle truppe governative hanno raggiunto il Niger. Nel loro gruppo, ci sono due generali, tra cui Ali Kana, un tuareg. Il capo della Brigata di Sicurezza, Mansour Dhao, è espatriato all’inizio della settimana. Si attendono notizie relative ai tre maggiori ricercati, ma i crimini rilevati dal Tribunale Penale Internazionale possono essere estesi ad altre figure. Oltre alle repressioni e agli stermini dei dissidenti, condotti all’inizio della rivoluzione, Gheddafi e gli altri leaders arabi sono infatti noti per gli atti di terrorismo svolti nei decenni, a cui si sommano le connessioni con la mafia. Sono state rinvenute delle sepolture collettive nel paese libico di Galaa, contenenti i resti di 35 individui, eliminati dai militari del deposto comandante. A scarsa distanza dalla prima fossa, gli abitanti hanno esumato altri 18 cadaveri, in stato di decomposizione. La mostruosità del regime è diventata evidente. Gheddafi può trovarsi in uno dei centri monitorati dai suoi contingenti. L’Onu ha suggerito l’invio di un plotone internazionale. Decine di morti ribadiscono i crimini del pascià libico. Tripoli è sinonimo di tritolo. Il centro è tuttora sconvolto da spari e da esplosioni. La diffusione di armamenti in Libia ha attratto l’attenzione dell’intelligence occidentale. Finita la rivoluzione, è atteso il disarmo dei guerriglieri, nonostante la persistenza di gruppi allineati all’antico regime.

10/09/2011