Rivoluzionari e mercenari neri nel compound di Gheddafi a Bab al-Aziziyah |
Gheddafi sarà arrestato. Ieri, un gruppo di camion libici ha raggiunto il Niger, lasciando sospettare il trasferimento del tesoro occultato dal rais di Tripoli e la presenza degli indagati per gli stermini condotti all’inizio della rivoluzione. I guerriglieri si preparano ad aggredire le ultime posizioni nemiche. Auto incendiate o bruciate, abitazioni perforate da proiettili, distrutte e infiammate colorano lo scenario dei centri urbani. I targets militari colpiti dai missili della Nato appaiono interamente devastati. I miliziani provenienti da Abu Salim, che hanno parteggiato per Gheddafi fino alla caduta di Tripoli, passano tuttora nelle strade dell’abitato, sparando e spaventando gli avventori dei bazar. I supermercati aperti sono rari. Code di individui riempiono i marciapiedi antistanti i negozi che erogano pane e altri alimenti. Le macchine bloccate davanti ai distributori evidenziano la scarsità di gasolio e di benzina. Le taniche di carburante sono acquistabili nei parcheggi, pagando 3 euro per ogni gallone. Oltre alla mancanza di idrocarburi, esiste una spinta inflattiva sui prezzi del petrolio, che i libici intendono alimentare. Vestiti spesso con abiti grigi, i fiancheggiatori del rais parlano tuttora di <<Gheddafi>>, senza l’astio che dimostrano i rivoluzionari. I commercianti di Bengasi offrono tonnellate di alimenti, che trasportano verso le altre regioni. I rivoltosi mostrano le granate che tengono nelle tasche. Spiegano che le bombe sono pronte a scoppiare, se si tolgono gli anelli di ferro. Due figli di Gheddafi, tra cui Saif al-Islam, sono rimasti a Bani Walid fino alla fine della settimana passata. I rivoluzionari hanno imposto un ultimatum prima di aggredire il centro. Le forze del leader libico non hanno ancora smesso di sparare. Gli altri abitati nelle mani delle truppe governative sono Sirte, Jufra e Sabha. La Cina è stata accusata di aver agevolato la sottoscrizione di contratti per la fornitura di armamenti al regime di Tripoli, nonostante le sanzioni e i divieti imposti dalle Nazioni Unite. È stato svelato un intreccio di contatti tra agenti segreti occidentali e gli esponenti del movimento rivoluzionario. Un terrorista libico, noto per gli atti eversivi condotti in passato, Abdel Hakim Belhaj, ha spiegato di essere stato arrestato a Bangkok e di aver raggiunto la Libia grazie all’interessamento della Cia statunitense e del dipartimento degli esteri inglese. Incarcerato dal regime di Gheddafi, Abdel Hakim Belhaj è adesso uno dei comandanti dei contingenti militari di Bengasi a Tripoli. Il Pakistan, contemporaneamente, ha dichiarato di aver arrestato un leader di Al-Qaida, Younis al-Mauritani. Le truppe di Gheddafi sono state accusate di utilizzare come scudi gli abitanti delle città accerchiate dai guerriglieri. I rappresentanti della Nato hanno detto di aver colpito obiettivi strategici durante le 22.000 operazioni svolte in Libia, comprendenti 8.000 lanci di missili, svelatisi molto precisi.
07/09/2011