Repubblica Srpska

Bosanski Brod è il primo centro urbano che si incontra dirigendosi dalla Croazia verso la Repubblica Srpska. Le due nazioni sono divise dal fiume Sava e da un ponte. Durante e dopo la guerra in Bosnia, Bosanski Brod era una posizione di confine, un avamposto contraddistinto da basi militari, da alloggi per le pratiche doganali e da altri fabbricati. Il greto della Sava e il ponte furono minati, per impedire l’ingresso delle truppe croate. Gli esplosivi sono tuttora posizionati tra le due rive e sull'isola che divide il fiume. L’abitato di Sijekovac, posto a sud-ovest di Brod, testimoniò fasi di ardui contrasti tra il 1992 e il 1995. I passaggi e gli attacchi delle truppe di Zagabria implicarono vittime e devastazioni. Nel mese di marzo del 1992, le unità dei contingenti croati e bosniaci aggredirono la zona e uccisero circa 50 individui (residenti nella regione e soldati serbi). Il dubbio relativo alla legittimità delle vittime restò inspiegato. L’esercito croato e il team di intervento dell’esercito della Repubblica di Bosnia Herzegovina utilizzarono verosimilmente metodi illegittimi. Il genocidio fu escluso solo dalla probabilità che i morti fossero riconducibili a reparti di militari impegnati in azioni di guerra, o a gruppi di individui colpiti nell’ambito degli scontri, ma l’esistenza di numerosi cadaveri di abitanti lasciò irrisolto il massacro. La strage costituì uno dei tanti fatti che colpirono la Repubblica Srpska, dove le vittime di etnia serbo-bosniaca furono oltre 22.000. Ante Gotovina è tuttora considerato un <<boia>>.

Film: La Repubblica Srpska al confine con la Croazia


Alessandro Ceresa ©

08/08/2011