Zeljko Raznjatovic, noto con lo pseudonimo di Arkan, fondò un gruppo di guerriglieri nel 1990. I miliziani si scontrarono con le truppe di Zagabria nel 1991, all’inizio della guerra in Croazia, nell’ambito del tentativo di costituire la regione indipendentista della Repubblica Serba di Krajina. I residenti non-serbi di Erdut furono assassinati, deportati o posti ai lavori forzati. I gruppi di paramilitari comandati da Goran Hadzic distrussero le loro abitazioni. Le Tigri di Arkan stabilirono la propria base in un vecchio centro dei contingenti di Belgrado, a Erdut. Alla fine del 1991, numerosi individui furono uccisi nel campo di addestramento allestito a margine del centro urbano. Le vittime furono sepolte in cimiteri o in fosse collettive. Nel 1992, l’esercito jugoslavo si ritirò dai territori croati, lasciando un’ampia porzione di attrezzature a disposizione dei paramilitari. La guerra in Bosnia, esplosa nello stesso periodo, impegnò le Tigri in compiti offensivi, di pulizia etnica e di mantenimento dell’ordine. I miliziani di Zeljko Raznjatovic continuarono ad agire in Croazia e nella Repubblica Srpska fino al 1995. La base militare di Erdut svolse il ruolo di centro operativo, di campo per i trainings e di carcere, con una capacità di oltre 50 prigionieri, durante la guerra. Le trincee separavano le linee del fronte. Le truppe croate avevano il sostegno logistico della Slovenia e di altre nazioni riconducibili al blocco occidentale. Le Tigri di Arkan, l’esercito della Repubblica Serba di Krajina, i Berretti Rossi, i Cetnici e altre formazioni paramilitari si procuravano i rifornimenti indispensabili per condurre le operazioni belliche tramite il confine serbo, delimitato dal fiume Danubio. La Russia garantì il proprio supporto a Belgrado. La Nato decise di lanciare un intervento decisivo nel 1995. La Jugoslavia fu testimone di un ultimo capitolo della Guerra Fredda e diventò un fronte della jihad. La Croazia riconquistò la Krajina grazie all’Operazione Storm. Gli accordi di Dayton posero fine ad anni di scontri. I tecnici delle Nazioni Unite disseppellirono i cadaveri delle vittime, con i crani spesso traforati da due colpi di pistola. Il campo di addestramento delle Tigri di Arkan a Erdut alloggia adesso un’impresa enologica e un esercizio turistico. I capannoni dei dormitori utilizzati dai guerriglieri in passato sono stati rinnovati, ma sono ancora individuabili. Gli alberi tra cui le Tigri svolgevano i propri trainings sono rimasti inalterati. Il terreno per gli addestramenti è stato occupato da un campo da calcio, delimitato da pareti di mattoni. Erdut è oggi un centro urbano con migliaia di abitanti, che si differenzia dal resto della Slavonia per l’ordine, la pulizia e la novità dei caseggiati. Non si vedono immobili distrutti e cadenti, come nel resto della regione croata. Le connessioni viarie tramite autobus e treni sono inadeguate. Si intuisce la differenza tra le fazioni che si opposero durante la guerra e che si affrontano tuttora.
Film: La base delle Tigri di Arkan a Erdut
Alessandro Ceresa ©
03/08/2011