Fine di Gheddafi

Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha esortato Gheddafi ad accettare la destituzione e i rivoluzionari libici hanno iniziato l’aggressione di Tripoli. Ieri, una divisione di guerriglieri ha raggiunto il centro della città, in mezzo alla folla esultante, incontrando una limitata resistenza da parte dei contingenti governativi. La coalizione occidentale ha colpito altri targets strategici, posti nell’abitato, tra cui il compound di Gheddafi a Bab al Aziziyah. La residenza resta una base delle truppe lealiste, attrezzata con mitragliatori e carroarmati, che hanno bersagliato altri sobborghi. I manifestanti hanno strappato i poster inneggianti al rais. Gli insorti hanno accerchiato il capoluogo, conquistando anche Jaddaim e fomentando la protesta nella stessa Tripoli, raggiunta da un reparto proveniente da Misurata tramite una nave. Il net dei rivoluzionari dispone di cellule, che si sono attivate, producendo incidenti armati. I telefoni mobili degli abitanti sono stati raggiunti da messaggi inneggianti alla rivolta. Sono stati avvertiti spari ed esplosioni. I miliziani di Bengasi sono riusciti a occupare Az-Zawiyah, a ovest, Garian, a sud e Zlitan, a est, dove gli scontri hanno comportato la sconfitta delle truppe guidate da un figlio del rais, Khamis. Le informazioni relative all’arresto di due suoi fratelli, Saif al-Islam e Saadi, sono state ribadite dal Tribunale Internazionale delle Nazioni Unite. La caduta della base militare della 32a Brigata Rinforzata nelle mani dei rivoluzionari ha aperto loro la strada verso Tripoli e ha permesso di incamerare ampi rifornimenti di armi. Sono state registrate altre vittime e sono continuate le diserzioni dei soldati di Gheddafi, comprendenti anche i suoi militari privati ed esponenti dell’entourage del regime. La Brigata Tripoli delle forze rivoluzionarie è stata attivata. Zawiyah resta bersagliata dall’artiglieria nemica. Garian è crollata sotto gli attacchi dei ribelli, nonostante la presenza di una guarnigione dell’esercito (la Divisione Sabhan). I combattimenti sono proseguiti anche a Assadah. Sabato, sono stati sentiti colpi di mitragliatori, di mortai e di kalashnikov nelle strade di Tripoli. I soldati hanno risposto alle aggressioni. I commandos degli insorti sono entrati in azione nei pressi di Tajoura e dell’aeroporto di Mitiga, dimostrando di riuscire a condurre la guerriglia anche a nord e a est della città. L’instabilità del capoluogo può accelerare la destituzione di Gheddafi, nei confronti del quale esiste un mandato di arresto. La tirannia del leader libico è giunta alla fine. I rivoluzionari inneggiano alla propria indipendenza. L’area di Tajoura, rimasta senza controllo governativo, costituisce un sito particolarmente rilevante, vista la presenza di un noto impianto atomico. Gli adiacenti isolati di Fashloum, Souq al-Jomaa, Qadah e Zawiyat al Dahmani hanno subito altri contrasti e manifestazioni di protesta. L’ebola e altre infezioni costituivano programmi segreti condotti dalla dittatura di Gheddafi per la preparazione di armi batteriologiche. Sono stati ribaditi i crimini ordinati dal leader nei confronti degli stessi libici, svolti tramite truppe del regime e militari di colore. I combattimenti hanno coinvolto persino la Tunisia. Si sono diffuse informazioni relative alla possibilità che stia per lasciare la Libia persino lo stesso Gheddafi, la cui faccia non compare sugli schermi delle televisioni statali. La propaganda governativa ha trasmesso registrazioni e notizie parziali, provenienti da un sito segreto. Secondo fonti diplomatiche, il tiranno è tuttora nel bunker di Bab al Aziziyah. I rivoluzionari adesso occupano la maggioranza dello Stato e numerosi centri urbani: Nalut, Zwara, Sabratha, Zawiyah, Zintan, Zlitan, Yifran, Garian, Misurata, Ajdabiya, Bengasi, El Beida, Darnah e Tobruk. Le truppe governative rimangono asserragliate a Tripoli, Sirte, Ras Lanouf, Sabha e Bin Jawwad. La città di El Brega è stata più volte sottoposta a cambiamenti di schieramento, ma i miliziani si sono impadroniti di ampie zone, comprendenti l’area residenziale di New Brega e settori industriali. Il terminal petrolifero rimane conteso dalle armate nemiche. Durante l’Operazione Unified Protector, la Nato ha bombardato obiettivi strategici nei centri urbani, indebolendo le capacità offensive dell’esercito libico.

22/08/2011