La vicenda del tirapiedi di Giulio Tremonti per cui è stato domandato l’arresto non fa altro che ribadire la disonestà di un componente del Governo, ovvero dello stesso Tremonti. I piaceri elargiti a Milanese rientravano nel sistema clientelare di spartizione degli interventi statali. Pagando il portaborse del politico Pdl, i titolari di affari illeciti si assicuravano la benevolenza di Tremonti, per il quale l’episodio costituisce solo l’apice di una prassi delinquenziale di condotta delle decisioni discrezionali e di elargizione di soldi pubblici, che registrò, in passato, gli impegni disposti a beneficio delle banche, del gruppo Pirelli e dell’Università di Pavia, a cui si aggiunsero le connessioni mafiose dimostrate dai sodalizi che sostengono il politico e il partito di Berlusconi. Ricapitolando: un responsabile personale di Tremonti (Milanese) raccoglie regalie di ogni tipo (immobili, Ferrari e centinaia di migliaia di euro…) e presta al ministro un appartamento, a titolo gratuito, in cambio di stanziamenti e di provvedimenti indirizzati ai propri benefattori. Si aspetta, adesso, il consenso per l’arresto dell’indagato. La scarsità di Tremonti come tecnico, però, è innegabile, in ambito nazionale e internazionale. La Bce, la Bei, la Commissione Europea e il Fondo Monetario Internazionale possono registrare il fatto. Il Pdl si conferma un partito di mafiosi e di disonesti, che non agisce con intelligenza.
08/07/2011