L'ebola di Gheddafi

Un libico contagiato da tossine botuliniche
Gheddafi si era distinto per la produzione di armi non convenzionali, nonostante la sottoscrizione, da parte della Libia, dei trattati internazionali che proibiscono la loro diffusione. Il mandato di arresto nei suoi confronti, emesso dalla giustizia dell’Onu, dovrà quindi registrare anche questo fatto, come aggravante degli atti criminosi da lui diretti persino nei confronti degli stessi libici. Identicamente, la Nato potrà utilizzare provvedimenti adatti a contrastare il rais, bersagliando i siti strategici dell’esercito di Tripoli, che sintetizzava sia armamenti batteriologici, sia sostanze chimiche, sia componenti atomiche. Gli abitanti di Bengasi indicano le malattie diffuse dal programma di sviluppo di Gheddafi: antrace, ebola e tossine botuliniche. <<A Sabha, ci sono gli “ebolati”>>. Un ragazzo ribadisce l’informazione che si può trarre dall’esplorazione attenta degli individui che vivono in Libia. <<L’esercito ha usato il gas nervino>>. Le notizie che fuoriescono dalle frasi degli insorti sono notevoli. Ci sono due o tre zone della città che devono essere disinfettate e ripulite, dopo l’uso di armi chimiche e batteriologiche da parte delle truppe ufficiali. Gheddafi non ha mai sospeso la produzione di armi non convenzionali, mantenendo i siti vietati dalle normative internazionali e distinguendosi come fornitore di armamenti, di guerriglieri e di instabilità in tutta l’Africa e in Asia. Oltre ai materiali indicati, la Libia produceva smallpox, gas mostarda, batteri piaga e altri agenti. I libici contagiati dai germi delle armi batteriologiche sono innumerevoli. Alcuni di loro presentano strani gonfiori facciali, che possono essere connessi al botulismo. Lo stesso Gheddafi mostra in viso i segni dell’antrace e delle tossine botuliniche. Le facce degli individui colpiti dalle armi non convenzionali sono mostruose. A Bengasi, un nero mi è passato a fianco, dicendo <<oh, boy>>. Aveva il viso con la parte sinistra interamente deformata. La pelle delle guance e delle labbra era cresciuta in modo abnorme e oscillava, sporgendo. Probabilmente, era stato infettato dall’ebola. Una seconda malattia, simile allo smallpox, lo aveva riempito di fiacche rotonde, sanguinolenti, attorno al tronco del collo. Infezioni simili riducono gli anni di vita. Gli arabi attorno a me hanno parlato di gas nervino, di tossine botuliniche e di antrace, per indicare i possibili motivi della deformazione facciale e dell’infezione pustolosa, o le sostanze diffuse a Bengasi. Le alterazioni della faccia sono frequenti tra gli abitanti di uno Stato attraversato da una guerra. Sul viso degli sciiti iracheni, bombardati da Saddam con armi chimiche e batteriologiche, era impressa una crescita carnosa delle labbra, che oltrepassava la normalità, fino a esibire un aspetto leporino. Un libico mi ha ricordato i gonfiori deformi degli arti che comporta il gas mostarda, un agente alchilante che giunge a cambiare il dna. Le malattie come l’ebola possono essere sintetizzate facilmente per costruire armi batteriologiche, estraendo i bacilli dal sangue dei malati e lasciando che i germi si moltiplichino in vitro. È verosimilmente questo il sistema adottato da Gheddafi per dotarsi di bacilli mortali con cui armare gli ordigni dei propri soldati. Il viso e il corpo di chi è colpito dallo smallpox sono coperti da fiacche rotonde. Nel 1986, gli Stati Uniti ordinarono l’Operazione El Dorado Canyon, come risposta all’attentato condotto da un commando diretto dai servizi segreti libici a Berlino, in cui persero la vita degli occidentali. L’aviazione e la marina di Washington bersagliarono obiettivi precisi: Bab al-Aziziyah, Sidi Bilal, l’aeroporto e la contraerea di Tripoli, Bengasi e Benina, mirando a uno dei siti in cui Gheddafi stava producendo armamenti illeciti. Il centro di Rabta era noto per la fabbrica di gas nervino connessa agli impianti per il montaggio di ordigni e di proiettili. Nelle vicinanze di Tarhuna, i libici sviluppavano molecole chimiche e batteriologiche. A Bengasi, esistono tre siti destinati alla produzioni di armi non convenzionali, ma ve ne sono molteplici in tutta la Libia.

28/06/2011