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Pakistan NWFP |
Grazie all’operazione Neptune Spear, l’esercito statunitense non ha solo ucciso Osama bin Laden: ha sancito un passaggio definitivo della guerra lanciata da Washington nei confronti di al-Qaida. Il terrorista arabo era il ricercato n. 1 negli elenchi dell’Fbi. Il team di specialisti che ha agito in Pakistan è riuscito a fare irruzione in un immobile mimetizzato nella periferia di un abitato sperduto e ha fucilato il nemico degli Stati Uniti. Decine di persone sono state arrestate. I professionisti dell’intelligence statunitense analizzeranno adesso i video e i materiali informatici recuperati presso il caseggiato. Il Pentagono svolge ancora bombardamenti di fondamentalisti tramite veicoli aerei senza piloti (drones), che colpiscono soprattutto i reparti dei talebani asserragliati in Pakistan. Il Presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha sottolineato la giustizia dell’azione. Colpevole di migliaia di morti di residenti negli Usa, Osama fondò il proprio movimento dopo aver preso parte alla guerriglia in Afghanistan, condotta come risposta all’aggressione dell’Unione Sovietica. Passato un periodo di soggiorno in Sudan, bin Laden si stabilì in Afghanistan, dove fornì supporto militare al regime di Omar, iniziando gli atti terroristici nei confronti degli interessi statunitensi: a Nairobi, a Dar es Salaam, a New York, in Pennsylvania e a Washington. La resistenza condotta durante la guerra in Afghanistan, a sostegno dei talebani, rappresentò la sua ultima impresa. Al-Qaeda ribadisce di essere l’ala armata del movimento internazionale degli arabi e promette vendetta, ma i principi che definiscono l’azione dei suoi adepti sono oggi obsoleti. Dal 2001, gli Stati Uniti hanno rovesciato i regimi esistenti in Afghanistan e in Iraq, attaccando, ultimamente, la leadership di Gheddafi in Libia. Nell’ambito del panorama geopolitico, il Governo pakistano è tuttora appoggiato da Washington, ma è assoggettato a tensioni derivanti dal fondamentalismo che attraversa il Paese. L’Iran di Ahmadinejad e la Siria di Bashar al-Assad si inseriscono tra gli Stati che si oppongono maggiormente all’Occidente. Le altre nazioni arabe mantengono atteggiamenti che differiscono parzialmente, spaziando dall’accettazione dell’alleanza strategica all’antagonismo potenziale, nell’ambito dello spiegamento delineato dall’Internazionale Islamica, che costituisce una coalizione militare attiva in tutti i fronti. Le nazioni arabe sono indubbiamente assoggettabili a sanzioni.
12/05/2011