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Nazionalisti serbi di fronte al Parlamento |
L'arresto di Ratko Mladic costituisce un cambiamento a livello internazionale ed è connesso alla destituzione di Gheddafi in Libia. Le condizioni di salute del Comandante dello Stato maggiore dell’esercito della Repubblica Srpska (Vojska Republike Srpske, Vrs) sono state giudicate sufficienti per il trasferimento all’Aia, ma il suo status dovrà essere monitorato attentamente, siccome Ratko ha presentato dei sintomi evidenti di malattia, dovuti soprattutto ad un ictus. L'ex generale, indubbiamente, avrà molto da dire nell’ambito del proprio procedimento. Nel 2008, dopo la cattura di Zupljanin e di Karadzic, diventò evidente che Hadzic e Mladic erano nascosti in Serbia. Esiste però una linea sottile che unisce l'imprigionamento di Ratko, la guerra a Gheddafi e l'ingresso della Serbia nell'Unione Europea. Ieri, il partito nazionalista ha condotto una riunione davanti alla residenza presidenziale di Tadic, inneggiando ampiamente a Ratko Mladic. Oltre 1.000 individui si sono assiepati tra il Parlamento e il Comune di Belgrado, provenendo in corteo da differenti zone del centro urbano, sotto il monitoraggio della polizia. Gli scontri registrati alla fine della manifestazione sono degenerati in lanci di sassi e in danneggiamenti. I feriti sono stati ospedalizzati tramite ambulanze. Gli abitanti di Belgrado hanno fornito opinioni contrastanti, sottolineando l’azione di una ceka di croati. La Serbia resta attaccata dagli Stati confinanti. I serbo-bosniaci ritengono indispensabile l’orientamento nazionalista, ma un’alta percentuale di persone fa notare l’esistenza di una propaganda scarsamente moderna. Lo stesso partito, però, non rispecchia solo i principi enunciati da Karadzic: unisce al proprio interno i reduci serbi della guerra in Bosnia, tutelandone gli interessi. È probabile che Goran Hadzic possa essere consegnato alla giustizia in cambio di assicurazioni indiscutibili in merito alla procedura di ingresso nell’Unione Europea. La lista dei principali delinquenti ricercati dall’Interpol non finirà, però, con l’arresto di Hadzic, la cui presenza in territorio serbo è ribadita. L’incarcerazione di Ratko Mladic deve rappresentare un motivo per accelerare gli interventi delle forze di polizia. Tra i delinquenti tuttora ricercati ci sono Guzman, Messina Denaro, Badalamenti… È confermata l’informazione secondo cui alcuni serbi indagati in Svizzera sono adesso residenti in patria. Negli elenchi dei latitanti c’è persino una lunga lista di terroristi arabi, redatta soprattutto dall’Fbi per gli atti da loro svolti in passato nei confronti degli interessi statunitensi. Il sistema della mafia internazionale registra inoltre dei capi, Stati-mafia e servizi deviati tecnologicamente evoluti. Tra i primi, si possono individuare Berlusconi, Gheddafi, Pacolli, Al-Fayed, Tapie, Berezowsky, Gusinski e altri oligarchi, i Lauro, Sonia Gandhi, Caltagirone. A livello nazionale, oltre all’Italia, la mafia costituisce un potere egemone in Albania, in Pakistan, in India, in Tunisia,… Tra i servizi informativi deviati, ci sono Al Jazeera, Fininvest, Ort, Ntv… Indubbiamente, i provvedimenti di arresto, di esproprio e di limitazione dei mafiosi e dei loro businesses hanno finora fornito un metodo di contrasto alla delinquenza, che la Serbia conduce e apprezza.
Belgrado, 30 maggio 2011
Alessandro Ceresa ©