
L’intervento militare nei confronti di Gheddafi è dovuto, così come sono dovute tutte le possibili pressioni volte a rovesciare il regime imposto in Libia.
Le Nazioni Unite hanno praticamente approvato una guerra che dovrà essere condotta dagli Stati appartenenti alla Nato. Deve essere colpito Gheddafi in ogni modo. Gli eserciti di Parigi, Washington e Londra hanno già iniziato le operazioni d’attacco. I jets francesi e britannici sono entrati oggi nello spazio aereo libico, mirando obiettivi strategici e truppe impegnate a sedare i rivoltosi. Le marine statunitensi e inglesi hanno lanciato un centinaio di missili verso targets terrestri. Oltre all’adozione della no-fly zone, è atteso un blocco navale delle coste. Il comando dei soldati libici ha reso noto il numero delle vittime: 48 morti e 150 feriti. La dittatura, d’altronde, ha superato ogni margine di tolleranza, reprimendo le istanze dell’opposizione e uccidendo centinaia di insorti. L’appoggio alla rivoluzione è motivato e imprescindibile. L’atteggiamento della comunità internazionale nei confronti di Gheddafi non può che essere severo: ogni supporto al regime è errato e inaccettabile. È stata quindi oltrepassata la Linea della Morte, indicata da Tripoli al limite del Golfo di Sidra come confine del proprio ambito territoriale. La Libia dispone di 31 basi missilistiche Sam (Surface to Air Missiles) e può azionare la contraerea da Benghazi, Tripoli, Sabha, Misurata, Al Bumbah, Tobruk, Sirte. Gli ordigni sono soprattutto di tipo S-75, S-125 e S-200. I sistemi radar sono diffusi in tutto lo spazio nazionale. L’esercito dispone di numerosi armamenti e di siti strategici. L’attacco dovrà avere un’intensità notevole. Indubbiamente, le sanzioni internazionali devono essere ribadite ed estese agli altri Stati arabi. La Libia, d’altronde, si inserisce nella coalizione di nazioni che si oppongono alla Nato e all’Occidente, come l’Iran.
19/03/2011