
L’attacco alla Libia deve proseguire. Non ci sono alternative per destituire il regime di Gheddafi. L’esercito italiano ha garantito tutto il proprio supporto alla coalizione alleata. I jets di Roma hanno partecipato alle operazioni svolte contro le postazioni nemiche. I missili occidentali hanno colpito i siti strategici e le basi della contraerea. Il bunker in cui si nasconde Gheddafi a Ba bel Aziziya è già stato raggiunto dagli ordigni, ma il comandante libico deve dimettersi. Il suo regime si è macchiato di crimini notevoli, che non possono proseguire. La repressione dei rivoltosi è stata fin troppo feroce. Gli alleati hanno mirato anche le truppe libiche e gli insorti si sono raggruppati. L’Operazione Odissey Dawn ha arrestato gli aerei di Tripoli, fermando l’offensiva delle milizie governative. L’F-15 statunitense distrutto ieri era orientato verso obiettivi governativi. I due piloti sono riusciti a salvarsi. Gli Stati Uniti sono propensi a condurre ogni azione indispensabile a bloccare Gheddafi. È indubbio che la guerra alla Libia, in cui l’Italia è già coinvolta, potrà comportare l’impiego di truppe di terra, appartenenti alla coalizione atlantica o all’Onu. Il supporto alle istanze della rivoluzione, inoltre, è doveroso, anche se non ci sono ancora connessioni stabili tra gli insorti e la Nato, orientata ad accaparrarsi il comando dell'operazione. Le rivolte scoppiate in tutto il mondo arabo, però, fanno notare il coinvolgimento di un movimento internazionale unito e coeso, che gli islamici stessi indicano spesso con il nome di Al-Qaida. Il disagio sociale in cui vivono le popolazioni di molti Stati arabi ha motivato le rivoluzioni recenti. I regimi islamici, d’altronde, presentano spesso situazioni di degrado e di arretratezza inaccettabili. Le ondate di immigrati, però, non sono apprezzate in Europa e devono essere bloccate in ogni modo. Come la Libia, anche l’Iran dispone di un ruolo egemone e mostra la tenacia di un ordinamento dispotico, che non accenna a cambiare orientamento, immobilizzato da principi religiosi e da tenaglie militari. La Siria è stata incolpata di aver utilizzato la forza mortale per la repressione dei dissidenti. Gli indirizzi del Governo italiano sono errati e irrilevanti. In altri termini, Berlusconi non ha mai adottato una linea rispettabile nei confronti della Libia: ha sempre sbagliato atteggiamento e si è delegittimato, ponendosi in una situazione prona, con interessi privati che hanno sfiorato quelli pubblici, ma il suo ruolo nell’ambito della Nato è marginale e trascurabile. I jets italiani potrebbero partecipare alle operazioni d’assalto. In altri termini, sarebbe un peccato se i Tornado non lanciassero ordigni a Gheddafi per velocizzare la fine della dittatura.
23/03/2011