Belfast

Belfast è ancora divisa in due frazioni da un muro tappezzato da disegni, interrotto da inferriate che vengono chiuse di sera. I dipinti rappresentano individui morti durante la guerra: soldati, guerriglieri, ufficiali, residenti. Questi segni dimostrano i contrasti esistenti. La tensione distingue tuttora la vita dei centri urbani. Nelle strade di Belfast, si vedono persone con il viso sfregiato, con cicatrici in fronte, o senza occhi. Persino le donne sono obiettivo di aggressioni. Ferimenti, incendi, risse, furti, incidenti, stupri e assassini contrddistinguono l’acrimonia tra i due gruppi nemici, opposti da ragioni storiche, religiose e politiche. I contrasti tra cattolici e protestanti risalgono al 1600, a Guglielmo d’Orange, alla guerra di indipendenza irlandese del primo ‘900 e, soprattutto, ai problemi del conflitto che insanguinò l’Ulster dal 1969 al 1998, quando l’Accordo di Belfast pose fine ai contrasti etnico-politici tra nazionalisti e unionisti, fermando i rispettivi gruppi paramilitari. Si sente dire che il disastro dell’Heysel fu causato anche da ultras provenienti dall’Irlanda, entrati nello stadio tra i supporters inglesi. L’informazione è ribadita e confermata. Tutta la città di Belfast espone barriere, filo metallico, grate. Gli immobili dell’esercito britannico e le stazioni della polizia sono molteplici. Gli agenti svolgono monitoraggi capillari. Una caserma incendiata domina tuttora una zona posta a scarsa distanza dal centro. La Real Ira e i gruppi paramilitari dispongono di auto, che si vedono sfrecciare nelle vie della città. Si notano parate di cadetti. Il livello di vita è inferiore allo standard di Londra, anche nelle zone più ricche e nella brughiera. Tra il 1969 e il 2001, durante il periodo dei Troubles, furono uccise oltre 3.500 persone: 2.000 dai gruppi paramilitari nazionalisti, 1.000 dai paramilitari unionisti, 370 dalle forze di sicurezza. La maggior parte delle vittime fu costituita da persone normali (1.850) e da componenti delle forze di sicurezza (1.100). L’esercito registrò 500 morti. I nazionalisti subirono 390 vittime, gli unionisti 150. I gruppi paramilitari iniziarono ad essere costituiti a partire dal 1970. Esplosioni, omicidi ed episodi cruenti nelle strade caratterizzarono i tre decenni del conflitto. Nel 1972, i guerriglieri della Provisional Ira riuscirono a far esplodere 22 ordigni nel centro della città di Belfast. Le divisioni dell’Ira sono differenti. La Provisional Ira costituisce l’entità paramilitare discendente dallo storico Esercito della Repubblica Irlandese (1919-1921). Nel 2005, l’Ira annunciò la fine della propria attività, spiegando che avrebbe utilizzato solo programmi politici, senza che le truppe di Londra fossero riuscite a sconfiggere i suoi reparti altamente specializzati dal punto di vista tecnico. Il gruppo depositò le proprie armi, comprendenti 1.000 fucili, 3 tonnellate di esplosivo al plastico, decine di mitragliatori, 7 missili, 7 lanciafiamme, 1.200 detonatori, 20 lanciagranate con missili come propellenti e oltre 100 granate. La Real Ira è un’entità nata nel 1997 da una separazione della Provisional Ira, colpevole di attentati nel Regno Unito e in Irlanda, fra cui l’esplosione di un ordigno nel 1998, che causò la morte di 29 persone. Gli adepti della Real Ira possono disporre di esplosivo, mitra uzi, kalashnikov, pistole, detonatori, mortai e armi di origine croata (Tm500, mitra, lanciagranate Rpg 18 e 22). Altri acquisti di armi dalla Croazia furono fermati dalla polizia. L’Official Ira è la seconda entità costituita dalla separazione dell’Ira nel 1969-1970, oltre alla Provisional Ira. L’Official Ira, responsabile di 52 morti durante i Troubles, fu connessa al partito Official Sinn Fein, noto come Partito dei Lavoratori d’Irlanda. L’Esercito Nazionale di Liberazione dell’Irlanda (Inla, Irish National Liberation Army) è un gruppo paramilitare di sinistra, responsabile di oltre 100 morti, di cui 46 appartenenti all’esercito di Londra. Nel 2007 e nel 2008, l’Inla è stata nominata in seguito all’omicidio di Brian McGlynn ed Emmet Shiels. Le attività illegali in cui è coinvolto il gruppo comprendono riciclaggio, commercio di droga, estorsioni, furti. D’altronde, il sodalizio delinquenziale nordirlandese è attivo in Ulster, nel resto del Regno Unito, nel Nord Europa e negli Stati Uniti e presenta una struttura di stampo mafioso. Nel 1986, una divisione della Provisional Ira fondò la Continuity Irish Republican Army. I Protestanti unionisti, che vogliono restare parte del Regno Unito, sono divisi in confraternite, tra cui l’Orange Order, gli Apprentice Boys of Derry e l’Independent Orange Order, con gruppi paramilitari: Ulster Volunteer Force, Protestant Action Force, Red Hand Commando, Ulster Defence Association e Ulster Freedom Fighters, Loyalist Volunteer Force, Red Hand Defender, Ulster Protestant Volunteers, Orange Volunteers, Red Branch Knights, Ulster Resistance. Gli unionisti sfruttano altri gruppi, tra cui Ulster Young Militants e Young Citizen Volunteers, con istituzioni-ombrello per il coordinamento: Combined Loyalist Military Command e Ulster Central Co-ordinating Committee. Non si può escludere che anche le entità dell’Ira possano avere simili istituzioni di comando. Altre organizzazioni loialiste sono Tara, Ulster Political Research Group e Ulster Workers Council. I Troubles hanno lasciato in eredità all’Irlanda del Nord gruppi paramilitari di entrambe le fazioni, coinvolti in rackets e delinquenza. I contrasti furono dovuti, parzialmente, anche alla rivalità nata tra due compagnie petrolifere, nell'ambito dei lavori rivolti allo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi di cui dispone l'Irlanda del Nord. La sede dello Sinn Fein di Belfast è posta in una strada della zona cattolica. L’immobile espone targhe commemorative delle vittime degli scontri. Lo Sinn Fein oggi è un partito perfettamente integrato nella vita politica dell’Ulster. Ci sono anche dei siti nucleari in tutta l'Irlanda, che probabilmente non sono perfettamente noti. Il primo centro atomico si nota a fianco dell’autostrada che unisce Dublino a Belfast, nei pressi della barriera di entrata. I caseggiati comprendono depositi di carburante, reattori cilindrici e attrezzature differenti. A centinaia di metri di distanza, il campo elettromagnetico della reazione è nettamente sensibile. Le reazioni atomiche possono essere disposte in spazi grandi come una stanza. Le strutture cilindriche di molti impianti sono esattamente rivolte ad alloggiare fissioni. Nella città di Belfast, i siti nucleari sono numerosi. La maggiore concentrazione di impianti si può rilevare nella zona del porto. Dove le targhe commemorative del Titanic indicano la rada della nave inglese, affondata nel 1912 sulla rotta atlantica tra Belfast e New York, oltre ai docks e ad una nave da guerra della marina britannica, una centrale atomica domina l’orizzonte del golfo. Si tratta di una struttura antiquata, identica agli impianti che si vedono, ad esempio, in Iraq: un edificio racchiude i reattori per la combustione e gli uffici tecnici sono disposti nella parte di lato. Ci sono strutture adatte ad alloggiare dispositivi per il trattamento del plutonio. Il resto dell’area portuale è destinato ad altri impianti atomici. Si vedono le torri dei bruciatori di combustibile dei silos, che potrebbero essere destinati al materiale radioattivo di scarto. Altri impianti rilevanti sono posti soprattutto nella zona industriale del porto, dove vi sono depositi di idrocarburi e cilindri per la combustione, con almeno tre siti sospetti. Un altro impianto atomico si nota nel centro di Belfast, a fianco di un ospedale. La reazione è sensibile. La gente dice che sono state registrate delle patologie tumorali, dovute alla dispersione di radiazioni. A margine del raccordo autostradale che collega Belfast ad Antrim, infine, alla periferia della città, si vede un’altra struttura, che dovrebbe produrre elettricità tramite l’utilizzo di tecnologie atomiche. Una torre per la combustione affianca delle attrezzature e uno stabile grigio, di forma cubica, recante la scritta “Thomson”. I residui radioattivi sono lanciati come ordigni nell'Atlantico. A Dublino vi sono differenti impianti nucleari. Nel centro urbano si nota una struttura con i soliti reattori beige. Di fronte alla pista dell’aeroporto, vi è un sito con botti di carburante, torri per la combustione, fabbricati e attrezzature varie. A lato del porto, si vede un altro impianto atomico. Sulle coste del Mare d’Irlanda, in Gran Bretagna, c’è il sito di Sellafield, noto per i problemi fatti registrare in passato. Senza il monitoraggio delle preposte agenzie internazionali, in Irlanda l’istanza atomica è stata oggetto di attenzione da parte degli ambientalisti.



27/01/2011