L'arresto dei principali delinquenti è una condizione primaria per finire un livello della guerra alla mafia. Giovanni Motisi è uno degli ultimi delinquenti irreperibili di Cosa Nostra. La sua latitanza dura dal 1998, da quando iniziò ad essere ricercato per assassinio, strage e associazione a delinquere di stampo mafioso. I reati a lui ascrivibili, indubbiamente, possono essere estesi ad altre fattispecie. A Palermo, si sente spesso dire che Motisi si nasconde tra la Favarella e le campagne adiacenti, potendo disporre anche di un ricovero sotterraneo. La frequenza con cui è nominato avvalora l’informazione, ma il gruppo familiare dei Motisi era posto a capo del mandamento di Pagliarelli, che ospita un carcere in una zona periferica, posta oltre la tangenziale, adiacente all’isolato di Brancaccio. I suoi nascondigli potrebbero quindi essere diversi. Nato nel 1959, Giovanni Motisi iniziò ad agire nei ranghi di Cosa Nostra diventando un killer delle squadre della morte dei Corleonesi di Riina. Suo zio Matteo era un componente della Cupola mafiosa e fu condannato a diversi ergastoli per gli assassini di Rocco Chinnici, di Falcone, di Borsellino e di altri 22 individui, appartenenti ai gruppi riconducibili a Bontade e Inzerillo. Storicamente, la Commissione di Cosa Nostra ospitò sempre un esponente della famiglia dei Motisi, alleatasi ai Corleonesi durante la Seconda Guerra di mafia (1981-1983).
27/01/2011