L’esercito iracheno dispone di una vera e propria postazione militare
al confine con il Kuwait, sulla strada che conduce a Basrah. Gli
scontri tra i contingenti nemici sono frequenti e comprendono spari e
lanci di missili. La frontiera è tutelata da protezioni
metalliche e da ordigni anticarro. Gli iracheni monitorano i punti
deboli e svolgono manovre aggressive. La loro base è ampia, presenta una
distesa di immobili e ha differenti linee per i riscontri dei visti e
dei bagagli. Le autorità di polizia, dell’esercito, del Dicastero
dell’Interno e delle Forze Speciali presidiano il sito. I checkpoints
verso Al-Basrah sono limitati, ma i centri urbani ai bordi della strada
alloggiano tuttora un reparto di soldati, nelle abitazioni che furono
teatro dei primi scontri tra gli alleati e gli iracheni nel 2003. La
periferia dell’agglomerato non ha protezioni particolari: soldati e
paramilitari occupano le strade di Bassora con humvees, furgoni, jeep e
milizie, armati di moderni mitragliatori statunitensi, di pistole e di
kalashnikov, come tutto il resto dell’esercito iracheno. La connessione
autostradale diretta a Nassiriya è complicata dai numerosi checkpoints,
che spezzano l’andatura del traffico. I militari bloccano le macchine
per esami meticolosi solo oltre il raccordo della tangenziale, in
prossimità di una grossa postazione e registrano i passaporti degli
stranieri. Gli altri chekpoints sono allestiti spesso nei pressi di
ponti autostradali e sono accompagnati da tende e da blindati, atti a
fronteggiare le difficoltà del deserto. Il reticolo è oppressivo. I
soldati svolgono indagini in merito ai componenti delle autovetture
soprattutto in prossimità dei giacimenti di idrocarburi. I missili Scud
dell’arsenale di Saddam furono nascosti durante l’intervento alleato. Le
loro basi erano costruite nel deserto. La Siria accettò di celare molti
ordigni. Altre testate furono spedite in siti clandestini. Nassiriya è
uno dei maggiori centri urbani dell’Iraq. Prima di giungere alle strade
dell’agglomerato, gli addetti di un checkpoint svolgono
monitoraggi precisi e rilevano tutti gli estremi dei visti. L’esercito
iracheno costituì il fondamento della resistenza contro gli
statunitensi: fornì ai guerriglieri armi e sostegno. I reparti di
miliziani di stanza a Tallil e a Nassiriya erano destinati ad aggredire
la base di Camp Adder. Nassiriya è quindi un ricettacolo di insorti. Le
misure di sicurezza degli iracheni sono più dispotiche che a Basrah. Il
treno in servizio tra Umm Qasr e Samarra si ferma in una stazione
supervisionata dalla polizia. I biglietti devono essere convalidati
dagli ufficiali. I vagoni sono profumati. I vetri mostrano i segni dei
proiettili. Le rotaie fanno ondeggiare le sospensioni delle vetture, che
si addentrano a bassa velocità verso nord, oltrepassando Al Samawah e
Al Hamza, prima di giungere a Diwaniyah. Durante la guerra, le
connessioni ferroviarie furono sfruttate per trasportare materiali
destinati all’esercito. Al Diwaniyah è uno scalo pulito e moderno. Nel
buio, è difficile camminare attraverso i sentieri che separano la
stazione dagli impianti atomici di uno dei siti segreti di Saddam. Ai
margini della strada verso Najaf, dove esistono zone abitate, i soldati
dei checkpoints svolgono accertamenti sommari dei passaporti. L’oscurità
facilita il transito delle auto. I rapimenti sono più agevoli. An Najaf
è occupata da truppe e da blindati speciali della polizia e
dell’esercito, vista la presenza dei guerriglieri della Mahdi Army. Il monitoraggio
è meno intransigente che altrove. Ci sono numerosi turisti. La strada
che da Najaf conduce a Baghdad attraversa inizialmente un tratto di
vegetazione ricca di alberi e di palme. L’odore degli idrocarburi è
intenso. Una landa desertica, contraddistinta da scarse abitazioni,
annuncia quindi la cintura di protezione di Baghdad. I checkpoints
diventano più frequenti e gli addetti svolgono monitoraggi precisi. Le
colonne delle postazioni, ai bordi delle corsie, presentano i
mitragliatori dei soldati iracheni. I ponti autostradali offrono lo
spazio adatto per ospitare truppe, checkpoints, ripari improvvisati da
tendaggi e immobili. Si vedono furgoni e humvees armati di
mitragliatori. Rotoli di filo d’acciaio delimitano i camminamenti. Il
dedalo di postazioni militari, sbarramenti, protezioni, soldati, pareti e
garitte di Baghdad trasforma e condiziona ogni possibilità di
movimento, sia per i mezzi pesanti, sia per gli individui. I giardini
del Governo sono interamente posti sotto il controllo degli iracheni. I
reparti di esercito, polizia e Forze Speciali agiscono in modo
coordinato. La supervisione è oppressiva. Il traffico è caotico.
L’elettricità è spesso interrotta da cali di tensione. È difficile che
gli insorti non abbiano ancora Katyusha da utilizzare per colpire gli
elicotteri statunitensi. Ci sono troppe armi in Iraq e il numero di
soldati è esasperato. Le principali postazioni restano stabilite nei
pressi dei maggiori centri urbani.
Film: The Road to Baghdad
Alessandro Ceresa ©
01/12/2010