Baghdad |
L’Iraq non può sperare negli aiuti internazionali per supportare il proprio sviluppo. I problemi dello Stato asiatico sono molteplici, ma devono essere innanzitutto affrontati tramite manovre consone. Esistono Stati che l’ordinamento internazionale punì con sanzioni: India, Pakistan, Iran, Iraq, Libia, Corea del Nord… Le pronunce sfavorevoli nei confronti di certi regimi si dimostrarono raramente sbagliate e costituirono una giusta vendetta per i comportamenti banditeschi di nazioni che non rispettarono le normative e i provvedimenti impositivi di istituzioni sovraordinate. Molti Paesi sono rimasti in stato di embargo. La dittatura di Saddam era stata assoggettata a condanne dovute all’aggressione del Kuwait. Gli sviluppi della Guerra del Golfo, le sanzioni, gli attentati alle Torri Gemelle, i programmi nucleari, il monitoraggio internazionale, l’intervento statunitense e l’occupazione condussero l’Iraq allo status odierno. Il disordine sociale, l’inedia degli arabi, il sottosviluppo, il conflitto e gli scontri settari mostrano adesso una nazione che impiegherà decenni prima di giungere a un livello di progresso minimamente paragonabile ad altri Stati islamici e occidentali. Nell’era della globalizzazione, le dittature, i regimi teologici o militari, i diktat e gli ordinamenti repressivi o criminali devono fronteggiare le aperture e le libertà diffuse dalle società e dalle nazioni più evolute e rimangono spiazzati, attoniti, davanti all’ondata di rinnovamento e di evoluzione che le informazioni pongono all’attenzione delle popolazioni. Le reazioni ostili e contrastanti dimostrano e stanno dimostrando il procedimento distruttivo innescato dai conflitti. Gli atteggiamenti e le decisioni miopi di troppi leaders, però, impediscono un circolo virtuoso di sviluppo. Le truppe di Washington lasceranno l'Iraq alla fine del 2011. Il loro intervento costituì una <<giusta>> guerra, motivata dalle ambizioni nucleari di Saddam. Lo sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi fornirà agli Stati Uniti una fonte di finanziamento per coprire i costi dell'occupazione. L’esercito iracheno è tuttora avverso ai contingenti occidentali, ma potrà scegliere una strategia di cooperazione e di non aggressione, per evitare altre reazioni. Tarek Aziz, già condannato a morte dall’Alto Tribunale Iracheno, è stato assoggettato ad altre condanne per il ruolo svolto a supporto di Saddam, nell’ambito delle repressioni inflitte ai dissidenti. L’Iran sta sfidando la Nato e le istituzioni internazionali tramite un programma atomico rivolto a utilizzi militari. Le sanzioni nei confronti del regime di Ahmadinejad e di Rafsanjani sono dovute. Le forniture di armi statunitensi all’Iraq sono destinate ad arginare la potenza dell’Iran in Asia, nonostante l’impegno profuso da Teheran e da Damasco a sostegno della resistenza irachena durante il conflitto. Gli scontri tra le due Coree ribadiscono l’insicurezza del Sud-Est asiatico, ai confini del 38° parallelo. In termini geostrategici, i ruoli di India, Russia e Repubblica Cinese sono diventati indispensabili, così come le posizioni degli Stati dell’Asia Centrale e lo sfruttamento degli Stati arabi moderati.
30/11/2010