L’arresto dei maggiori latitanti non riguarda solo Cosa Nostra, ma colpisce Camorra, ‘Ndrangheta, Sacra Corona Unita, criminalità garganica e tutti i sodalizi mafiosi. Indubbiamente, Matteo Messina Denaro è destinato ad essere arrestato, così come gli altri criminali. I suoi rifugi sono indicati nei posti dove nacque e dove condusse i propri affari mafiosi. Passata la zona di Selinunte, gli autobus di linea attraversano il centro di Acqua Principesca, fermandosi in Via Caduti di Nassiriya. In mezzo agli uliveti, si notano esercizi commerciali, immobili, ristoranti e altre attività economiche. La latitanza del boss non può durare molto. I sindaci siciliani sono spesso connessi alla mafia. Denaro è uno degli esponenti appartenenti al gruppo di criminali che ordinò la strategia stragista degli anni ’90. La sua presenza a Palermo, per riunioni di vertice, potrà essere confermata. Il mandamento di Corleone è tuttora comandato dal sodalizio familiare Riina-Bagarella-Lo Bue, che ha sviluppato le proprie attività, esercitando un ruolo egemone. Gli esponenti della famiglia Sciacca, a Sambuca di Sicilia, mantengono un livello notevole, di <<capi nascosti>>, dovuto alla propria supremazia, mafiosa ed economica, che comporta molteplici businesses, destinati persino alla ristorazione. Le frasi pronunciate dai siciliani fanno capire fatti e antefatti della vita mafiosa. Brusca, il <<bombarolo>> di Cosa Nostra, l’uomo che azionò il telecomando dell’ordigno che causò la strage di Capaci, riuscì a procurarsi del tritolo grazie alle amicizie che vantava presso aziende operanti nel comparto estrattivo e sperimentò le esplosioni a distanza. Le <<squadre della morte>> delle differenti fazioni insanguinarono la Seconda Guerra di mafia all’inizio degli anni ’80 e furono disaggregate negli anni seguenti. Rimangono, adesso, delle formazioni assassine, con attività limitate agli scontri che comportano le varie <<faide>>. I conflitti mafiosi tra clan, individui e famiglie possono apparire primitivi, visto che sono regolarmente prodotti da domande di soldi. I morti si susseguono tuttora, ma sono spesso dovuti a incidenti stradali. La Favarella era il regno dei Greco. Tra le proprietà di Michele Greco, componente della Commissione Interprovinciale dal 1974 al 1986, c’era il Fondo Favarella, che ospitava una grotta, nel sottosuolo, destinata agli incontri dei capimafia. Michele Greco fu condannato per aver ordinato, con altri criminali, tra cui Santapaola, Provenzano e Riina, 78 assassini, comprendenti quelli di Carlo Alberto Dalla Chiesa, di Rocco Chinnici e di Ninni Cassarà. Suo nipote, Giuseppe (Pino) Greco, fu uno dei killers più spietati della Seconda Guerra di mafia. Aggregato alla squadra della morte composta da Prestifilippo, Puccio, Marchese, Pullarà, Lucchese, Anzelmo, Galatolo, Gambino e Madonia, Giuseppe Greco comparì tra gli esecutori dei delitti dello stesso Dalla Chiesa, di Inzerillo, La Torre e Bontate. Michele Greco agì come capomandamento di due sobborghi posti alla periferia di Palermo, oltre il raccordo della tangenziale, da cui, passata una cattedrale diroccata, si dipana la strada statale che conduce a Misilmeri e a Corleone. Oggi, la zona è costituita da un raggruppamento di case accatastate. Nel buio, si vedono abitazioni fatiscenti, negozi, bar e immobili di lusso. Gli appezzamenti agricoli iniziano ai margini dell'abitato. Probabilmente, la mafia decise il destino di Dalla Chiesa e di altre vittime alla Favarella. Gli autisti degli autobus ribadiscono che questo sito fornisce tuttora utili covi per i latitanti e che vi si potrebbe celare spesso Giovanni Motisi, che vive talvolta a Palermo, come un uomo invisibile. Lo stesso Denaro conosce sicuramente il posto. Il tragitto verso il centro urbano presenta un altro isolato degno di nota. Si tratta di un ghetto, frequentato da individui, italiani e stranieri, e da topi, pieno di immondizia. Gli incontri tra Berlusconi e Vito Ciancimino, sindaco corleonese di Palermo, condannato per associazione a delinquere di stampo mafioso, non stupiscono nessuno. Lo stesso Berlusconi, all’inizio della propria attività di businessman, strinse accordi con mafiosi del calibro di Bontate, Di Carlo, Cinà, Teresi e Mangano, ottenendo i finanziamenti richiesti per avviare la propria azienda tramite la Banca Rasini, che ospitava i depositi di Calò, Riina e Provenzano, riciclando i proventi illeciti derivanti soprattutto dal traffico di droga. Ciancimino era il contatto politico dei corleonesi, degli stessi Riina e Provenzano. L’appoggio che Berlusconi ottenne da Cosa Nostra nell’ambito delle speculazioni destinate a Milano 2 confermarono un sodalizio che proseguì negli anni. Oggi, i mafiosi siciliani investono spesso in Mediaset Premium e il Pdl (Forza Italia) dispone di una sede a Corleone, così come la Banca Monte dei Paschi di Siena. La catena di alberghi e ristoranti <<Leon D’Oro>> è diffusa in tutta Italia. I servizi deviati offerti dalla Fininvest sono apprezzati da Cosa Nostra, che li utilizza come sistema informativo. Palermo è invasa da extracomunitari di origini indiane e arabe, che alimentano il traffico di droga. Corleone non dista molto. La strada verso la campagna oltrepassa Marineo, nei pressi di cui si notano gli impianti di Telespazio, destinati a trasmissioni televisive, spesso sfruttati dalla stessa Fininvest. La diffusione degli sport venatori comporta l’espansione dei permessi per il porto d’armi da sparo. Corleone è un paese con oltre 10.000 abitanti, contraddistinto da viuzze che attraversano il centro, spesso impraticabili per le auto. La caserma dei Carabinieri occupa la piazza principale. I corleonesi comandarono la rivolta dei sodalizi che decisero di aggredire il sistema di spartizioni esistente a Palermo, forti del supporto dei gruppi periferici e di famiglie alleatesi a loro nel capoluogo. La strada tra Corleone ed il litorale diventò teatro di agguati mortali, come il resto del palermitano. La <<manna>> dei finanziamenti statali e regionali fu distribuita secondo le linee impartite dai sodalizi egemoni. Ciancimino svolse un ruolo di rilievo. La fine della guerra di mafia e gli arresti di Riina, Bagarella e Provenzano stabilirono un andamento diverso delle trattative per la spartizione dei poteri, oltre ad una linea d’azione volta a trarre profitti da ogni attività economica. La <<banda dei corleonesi>> è tuttora esistente e opera in modo compatto per il conseguimento dei propri interessi. I siciliani hanno un modo di fare <<agréable>> nei confronti dei clienti, che deve essere loro riconosciuto, così come loro ammettono l’impossibilità del proseguimento dei lavori per il ponte sullo Stretto di Messina. Le onde sismiche dei movimenti geologici che stanno attraversando il pianeta, d’altra parte, si avvertono notevolmente in tutta l’isola, fino a Palermo. L’Interpol ha previsto un sito web con i links alle pagine dei ricercati di molte nazioni: http://www.interpol.int/public/wanted/fugitives/links.asp#11.
13/11/2010