Baghdad

Spari ed esplosioni spezzano tuttora l’oscurità di Baghdad. Lo scoppio del tritolo causa un rumore baritonale, profondo. L’esplosivo è diffuso tra soldati e sovversivi. Finito il conflitto, in Iraq rimane una guerriglia leggera, rivolta contro le residue truppe del Pentagono e contro le differenti fazioni. Baghdad è il centro della guerra e delle relative decisioni. Vi si muore. I checkpoints, posti in modo capillare nei punti strategici, sono atti a monitorare tutti i movimenti. La polizia, l’esercito e le Forze Speciali bloccano gli individui sospetti, esaminando diligentemente le macchine e i documenti. Svanito il ruolo degli statunitensi, che svolgono gli ultimi adempimenti previsti dagli accordi bilaterali, la sicurezza è demandata all’autorità dei militari, che presidiano le garitte, anche di notte. Adesso, l’esercito iracheno ha attrezzature d’avanguardia. I soldati mostrano pistole, mitragliatori M16/4/48, kalashnikov, caschi, giubbotti, proiettili, visori infrarossi e sistemi radio individuali. I reparti blindati dispongono di furgoni e di carroarmati adatti ad agire nel deserto (T-72, BTR-94, FV 103 Spartans, AMZ Dzik, BMP-1, T-55) e hanno acquistato Humvees, Stryker, Fpi Cougars e Abrams, di produzione americana, che occupano le strade. L’aviazione sta riprendendo il comando radar dello spazio aereo e svolge addestramenti connessi agli statunitensi. Gli elicotteri di entrambi gli schieramenti sorvolano Baghdad, di giorno e di notte. La resistenza non ha smesso di colpirli con missili e proiettili. Si vedono le strisciate luminescenti dei vettori. Nel 2010, l’esercito italiano e i Carabinieri hanno affiancato i contingenti iracheni per lo svolgimento di manovre congiunte. I reparti occidentali sono strategicamente impegnati ad accertare soprattutto la sicurezza del Kuwait. Le onde radio propagate in tutto l’Iraq derivano dai satelliti statunitensi, che trasmettono il proprio servizio. I gestori di telefonia permettono contatti intercontinentali. Le strade di Baghdad, senza lampioni, nel buio, sono intriganti. I soldati dei checkpoints divengono ombre quasi impercettibili. I negozi e i ristoranti restano aperti anche di sera. Il coprifuoco non è più in vigore. Le barriere che proteggono gli immobili governativi mostrano i segni profondi dei proiettili. Molti caseggiati sono tuttora distrutti o rovinati. Ci sono, però, fabbricati restaurati. Di giorno, il traffico è caotico. I parabrezza delle auto sono spesso incisi dagli spari. Antrace e febbri malariche causano infezioni in pochi giorni. I sunniti, lasciata l’alleanza con gli americani, si sono uniti agli insorti. Ai bordi delle piazze e delle strade, i vessilli del partito sadrista, di ispirazione sciita, ribadiscono il supporto ad Al-Qaida. È confermata l’azione di squadre della morte, costituite da truppe governative, poste agli ordini di Bayan Jabr, o formate da miliziani appartenenti a diversi gruppi. Gli attentati comportarono regolarmente decine e centinaia di vittime. Il cimitero di Baghdad ospitò delle sepolture collettive, indicate dagli abitanti.

29/10/2010