I problemi di sviluppo del Pakistan sono ingenti. Le alluvioni hanno causato 2.000 morti, ma gli aiuti finanziari non sono indispensabili. Lo straripamento dei grandi fiumi, dovuto alle piogge monsoniche, ha sommerso centri urbani e campagne, distruggendo ponti e strade, producendo smottamenti, franamenti e crolli. Ci sono province interamente inondate, come le abitazioni di milioni di individui, costretti a rifugiarsi in centri di recupero. Gli immobili fatiscenti e l’incapacità lavorativa tipica dei pakistani hanno aggravato la situazione. Islamabad è un alleato storico per gli Stati Uniti e ha riferito a Washington che le proprie truppe, impegnate nella guerra contro i miliziani al-Qaida, manterranno l’obiettivo. Il comportamento ambiguo di integralisti, esercito e Governo pakistani, che supportano la stessa al-Qaida e la resistenza dei talebani in Afghanistan, però, impedisce lo stanziamento di finanziamenti maggiori, rivolti alle differenti domande. Intendiamoci: il Pakistan ha la possibilità di utilizzare i propri mezzi per trovare rimedi adatti a contrastare gli esiti delle alluvioni. Le risorse di cui dispone tutta la nazione sono sufficienti. Il ritardo di sviluppo è dovuto ad altri problemi. Urbanizzazione e industria possono essere incentivate diversamente. Le coltivazioni di marijuana, oppio, cocaina e hashish, ampiamente diffuse in tutto il Pakistan, non annebbiano solo il cervello degli abitanti. L’utilizzo di narcotici si somma all’inedia di questi individui, che rimangono in condizioni di esistenza sottosviluppate e vedono nella droga l’unico business da cui trarre guadagni, tramite esportazioni in Europa e negli Stati Uniti. Le ampie suppliche rivolte all’ottenimento di aiuti, di fronte allo straripamento dei fiumi, sono fittizie, ma i pakistani, astutamente, preferiscono domandare aiuti internazionali, che non restituiranno mai più, al posto di finanziamenti, che dovranno ripagare, con gli interessi. Ogni altro sostegno potrà essere solo connesso all’arresto dei terroristi che agiscono spesso in Pakistan: Osama bin Laden, Mohammed Omar e Ayman al-Zawahiri.
31/08/2010