L’allontanamento di Fini da Berlusconi è apprezzabile, così come doveva essere contestato lo scioglimento di Alleanza Nazionale, che permise al magnate di Arcore di dirigere le opzioni di voto del centro-destra verso il solo partito del Pdl. D’altronde, il Governo di Berlusconi si è distinto per aver tutelato soprattutto gli interessi parziali di gruppi spesso connessi alla mafia, approvando il progetto del ponte sullo Stretto di Messina, le iniziative legislative contro il potere giudiziario, gli aiuti agli istituti bancari e altri provvedimenti, voluti dalle lobbies che riescono a indirizzare il procedimento decisionale. Le amministrazioni gestite dal Pdl hanno confermato un sistema di spartizioni disonesto, che riempie le tasche di molti. Lo scandalo della P3 non riguarda solo Dell’Utri, Carboni, Cosentino, Lombardi e Caliendo. La “nuova P2” è nota ed è la loggia deviata che fa capo a Berlusconi, a cui appartengono esponenti come Previti, Formigoni, Moratti, Gelmini, Tremonti e Martino, oltre a tanti altri politici e agli aspiranti lobbisti. Le connessioni con i sodalizi mafiosi sono evidenti. È emblematico il fatto che Dell’Utri si sia rifiutato di fornire risposte alla Procura ed è ovvio che l’amministrazione dello Stato italiano rimarrà arretrata, per colpa di precise responsabilità politiche... La destinazione di ingenti fondi nazionali ed europei alla realizzazione di uno stadio a Milano, grazie ai finanziamenti dell’Expo 2015, decisa da Berlusconi e da Letizia Moratti, è illegittima, visto il conflitto di interessi che coinvolge i proprietari dei teams sportivi, che ne trarranno ampi profitti.
02/08/2010