Giustizia

La condanna di Dell'Utri per concorso esterno in associazione mafiosa non era solo attesa: è ineccepibile ed era auspicata da tutti, nonostante la decisione di applicare una pena inferiore alle aspettative. Le motivazioni della sentenza spiegheranno le decisioni dei giudici. La politica condotta da Berlusconi e dal Pdl, però, non è assolta dalle accuse di essere connessa alla mafia. Anzi: la condanna di Dell’Utri, elencato tra i fondatori di Forza Italia, ribadisce i rapporti del partito con la criminalità. La quantità di voti che Cosa Nostra può dirigere è notevole, siccome può contare sul sostegno, se non sull’adesione, di tutta la società mafiosa siciliana. La politica governativa indirizzata a contrastare l’azione della magistratura deriva dalle direttive fornite dalla Cupola durante le leaderships di Riina, di Provenzano e degli altri criminali. I provvedimenti legislativi peggiorativi delle capacità di indagine e di giudizio non costituiscono altro se non un allineamento alle volontà mafiose. Il Disegno di Legge S. 1611, che mira ad arginare l’utilizzo delle intercettazioni tramite cambiamenti normativi non richiesti, è solo l’ultimo dei provvedimenti volti ad indebolire magistratura e investigatori, proposto dal Governo di Berlusconi e del Pdl. Ogni legge in materia di intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, diretta a limitare l’uso di uno strumento fondamentale per la lotta al crimine, è inutile e nociva. Gli articoli riguardanti i cambiamenti in materia di astensione del giudice e degli atti di indagine sono altrettanto controversi. La strategia della mafia si intravede nettamente. L’aggressione del Governo ai giudici è giunta alla diminuzione dei loro salari, di fronte ai compensi spropositati di managers e di altri componenti dell’amministrazione statale. La stessa linea sovversiva è stata adottata per il varo del Disegno di Legge S. 1880, che ha introdotto l’estinzione dei procedimenti con durate abbastanza lunghe, anche per reati di notevole gravità, come quelli mafiosi. La norma è particolarmente contestata, visto che aiuta disonestà e criminalità, così come è contestato il provvedimento svuota-carceri, che ribadisce le direttive della mafia. La violazione dei principi costituzionali è lampante, ugualmente al Lodo Alfano. Eleggendo persino Matteo Messina Denaro al vertice della Commissione Interprovinciale, Cosa Nostra e 'Ndrangheta domandarono a gran voce l'esecuzione del progetto del ponte sullo Stretto di Messina. Berlusconi e il Pdl si affrettarono a vararne i lavori e i finanziamenti, per assicurarsi i loro voti politici, nonostante i rischi geologici, che rendono il ponte irrealizzabile. Sono altrettanto inaccettabili i servizi deviati offerti dai mezzi giornalistici della Fininvest, in contrasto con l’ordinamento giudiziario. Radio, tv, quotidiani e riviste di proprietà, anche implicita, del magnate di Arcore svolgono un inutile servizio di informazione, parallelo e opposto a quello delle forze dell’ordine, in tutta Italia. Giuffrè asserì che <<Provenzano era interessato all’alleggerimento della pressione della magistratura>> e spiegò come Marcello Dell’Utri costituisse un mezzo tramite il quale <<Cosa Nostra aveva acquisito delle garanzie politiche per il futuro dell’organizzazione mafiosa… Berlusconi era conosciuto come imprenditore e per le sue emittenti… C’erano state altre occasioni in cui le dinamiche di Cosa Nostra o le attività dell’organizzazione si erano incrociate con quella imprenditoriale di questo soggetto. Bontate e altre persone, di tanto in tanto, si incontravano con Berlusconi...>>. La direzione occulta della mafia e dei propri contatti politici è diventata oggi evidente e riesce ad agire grazie ad appoggi governativi. C’è da domandarsi quali responsabilità incombano in capo a Dell’Utri, Alfano e Berlusconi e c’è da chiarire che l’ordinamento giudiziario è inalterabile.


29/06/2010