Lotta alla mafia: Messina Denaro e Raccuglia

Le informazioni che si sentono a Palermo in merito ai capi della mafia in Sicilia sono molteplici. Innanzitutto, la gente racconta che Matteo Messina Denaro, posto al vertice della Commissione Provinciale di Trapani, è titolare di un ristorante nei pressi di Trapani, costruito nelle vicinanze del mare. Messina soggiornerebbe e lavorerebbe abitualmente nell’esercizio alberghiero e in altre abitazioni.

Visti gli arresti eccellenti degli altri capi della mafia siciliana, da Riina a Provenzano, Messina Denaro è stato spesso nominato da diverse fonti come possibile leader di Cosa Nostra, all’apice della Cupola, della Commissione Interprovinciale, che svolgerebbe un ruolo di comando non indifferente nella vita amministrativa, economica e politica dell’isola. In quest’ottica, occorre rilevare come la mafia siciliana sia presentata come una società collettiva, regolata civilmente, con un ordinamento che si divide secondo i noti livelli dei mandamenti.

Nonostante l’arresto, eseguito nel 1993 e la carcerazione nell’istituto di Opera, in provincia di Milano, Riina mantiene una posizione di riguardo al vertice di Cosa Nostra. Il capo dei capi, come era stato definito durante la propria attività, ha tuttora una leadership formale e pare riuscire ad inoltrare ordini vincolanti alla Cupola, tramite i contatti telefonici con i propri familiari.

Un ruolo di spicco spetterebbe inoltre a Domenico Raccuglia, capomandamento di Partinico, che dovrebbe essere confermato al vertice della provincia palermitana, secondo le frasi delle persone che si sentono dialogare nelle vie di Palermo. Raccuglia potrebbe quindi prendere parte alle riunioni della Comissione Interprovinciale. Partinico è una tranquilla cittadina, costituita da migliaia di case a due o tre piani, con strade antiche e strette che si diramano dalle vie maggiori. Nelle campagne adiacenti, vi sono un lago e colline alberate che alloggiano impianti eolici per la produzione di elettricità. Si sente dire che l’abitazione di Raccuglia è posta nei pressi di un’azienda vinicola, individuabile all’inizio dell’abitato (nel video), che rientrerebbe tra le proprietà del boss.

Il terzo maggiore latitante è Giuseppe Falsone, rappresentante della provincia di Agrigento, che dovrebbe avere un posto nella Cupola. Si sente dire che Falsone si occupa del commercio di cocaina e di altre droghe e che vive nei casolari e nelle abitazioni che possiede nella stessa provincia agrigentina. Tra i nomi dei capi di Cosa Nostra, rivelati dai palermitani, vi sono inoltre Sciacca, Santapaola e Mangialupi, che potrebbero assumere posizioni di vertice in ambito interprovinciale.

Il Ponte sullo Stretto di Messina costerà almeno 6 miliardi e 100 milioni di euro. I boss definiscono perfino i candidati politici e sorvegliano le decisioni amministrative. Tutti i politici sono quindi connessi agli esponenti della criminalità. La Sicilia, inoltre, è una regione autonoma e vuole sottolineare la propria autonomia anche in campo economico, aspirando all’autosufficienza in ogni comparto produttivo e proponendo aziende di rilievo per il mercato nazionale e internazionale.

Questo fatto comporta l’indispensabilità di distinguere, in tutta l’Italia, la leadership mafiosa fornita dalla tipica divisione dei mandamenti e dall’esistenza di potentati economici. Non vi sono, però, in Sicilia, pericoli di morte per chi si oppone, o per chi non appartiene, all’ordinamento mafioso. La Sicilia resta uno stupendo luogo di villeggiatura, dove si può fare dell’ottimo turismo, a Partinico, a Trapani, o nella famigerata Corleone, centro urbano posto tra le colline a sud di Palermo, fortezza del clan di Riina.

Film: Partinico


05/03/2009