Syria is an atomic power

Vista la quantità di siti nucleari rilevati, si può affermare che la Siria è ascrivibile tra le potenze atomiche. Ovviamente, Damasco può avere capacità offensive limitate, rispetto ad altre nazioni, ma i siriani forniscono armi e supporto strategico agli insorti in Iraq, per gli attacchi nei confronti dell’esercito statunitense. Il sito di Der Al-Hadjar, posto alla periferia di Damasco, è una delle maggiori strutture atomiche dello Stato orientale e svolge un programma di sviluppo per fini militari. Tutta la zona di Der Al-Hadjar è rivolta al trattamento di materiali radioattivi, tramite numerosi impianti. Il sito è protetto dai soldati siriani, con ronde in jeep e con una postazione armata di contraerea, costruita in cima a un rilievo, che spara missili quando avverte intrusioni nel proprio ambiente.

La stessa contraerea presenta un elemento particolare: si vedono delle tubature orizzontali, vuote, di acciaio, con un’ampiezza di diversi metri, infilate attraverso il monte della base. Nei dintorni, sono stati attivati numerosi impianti. Si notano caseggiati bianchi e altri di colore grigio. La struttura di ricerca ospita sia un reattore SSR-1, sia un reattore ad acqua leggera e produce neutroni e isotopi per sfruttamenti industriali. Il fabbricato è facilmente distinguibile, sulle mappe e in video, essendo bianco. Gli altri edifici, grigi, dovrebbero essere destinati alla raffinazione di uranio e di plutonio, il cui utilizzo per fini militari è ovvio. L’esercito siriano acquista missili Scud da Iran, Russia, Cina e Corea del Nord, con una gittata di 1000-1500 km, ne sviluppa la tecnologia e la potenzialità.

Der Al-Hadjar è facilmente raggiungibile da Damasco, prendendo la tangenziale verso l’aeroporto e svoltando a destra prima dello scalo, verso la landa incolta e depressa che delimita una conca naturale. Percorrendo le strade che costeggiano l’abitato di Der Al-Hadjar, si vedono gli altri impianti. Il Damascus Governatorate Solid Waste Treatment Plant è costituito da differenti fabbricati, alloggiati in un vasto spazio e vi sono dei capannoni bianchi, simili a molte strutture di arricchimento dell’uranio. Il sito potrebbe essere rivolto anche a questa attività, oltre al sensibile trattamento del plutonio, derivante dalle centrali termonucleari della nazione e dai rifiuti radioattivi che la Siria importa da altri Stati. È sostanziale capire come un impianto di trattamento di scarti radioattivi e di plutonio, soprattutto, possa essere connesso allo sfruttamento degli stessi elementi per la produzione di esplosivo da adattare a testate atomiche, con differenti potenziali.

Nelle vicinanze dell’abitato di Der Al-Hadjar, esiste un altro sito, sospetto, comprendente due reattori cilindrici, di metallo, con strisce rosse, di probabile provenienza nordcoreana, uno dei quali propaga vapori bianchi nell’atmosfera. Le torri di raffreddamento possono essere osservate costeggiando una recinzione di cemento, bianca, che delimita un’area di parcheggio per aeroplani, a sud-ovest dell’aeroporto. Si ha l’impressione che gli impianti siano connessi al trattamento di materiali radioattivi. In teoria, prendendo qualsiasi volo per Damasco, si può entrare nella zona di Der Al-Hadjar eseguendo un viaggio di perlustrazione.

Se si percorre la tangenziale verso la città, si nota, tra gli alberi, una centrale atomica di notevole larghezza, costituita da più frazioni, una delle quali comprende tre file di torri rotondeggianti, nascoste da una copertura. La struttura sembra mostrare altri reattori di raffreddamento e una parte dell’edificio è composta da uffici tecnici e amministrativi. Dall’altro lato della tangenziale, vi sono attrezzature e impianti che possono far pensare a sistemi di supporto. Nei pressi dei siti, vi sono spesso delle strutture rotonde, costruite a livello del suolo, come in Iraq, ad Al-Tuwaitha, che potrebbero essere coperture di reattori di raffreddamento realizzati nel sottosuolo. Passate alcune centinaia di metri, un cartello stradale indica la scritta Al-Soutan, uno dei sobborghi della capitale. Si sente dire che questo impianto produce plutonio e occorre registrare come lo stesso sia utilizzato, in campo militare, sia per fabbricare ordigni, sia per costruire cartucce e proiettili ordinari, ad alta capacità esplodente.

Gli impianti di Damasco sono molteplici. Da ogni punto della città, guardando verso ovest, si vede uno stabile beige, che sovrasta il centro urbano. La struttura dovrebbe costituire il centro di ricerche atomiche indicato dalle istituzioni internazionali nella stessa zona. Il sito dispone di misure di sicurezza fornite dall’esercito siriano. Una frazione dell’edificio è rotondeggiante e potrebbe alloggiare un reattore sperimentale. Dalle alture che sovrastano Damasco sul lato occidentale, si può distinguere perfettamente un impianto termonucleare, di colore grigio, posto in mezzo al centro urbano, che sovrasta le abitazioni dei quartieri vicini. La struttura è destinata a produrre elettricità ed è identica a molti altri centri che impiegano petrolio e uranio, con decine di torri cilindriche, posate in due lunghe file, con un’estremità per gli uffici tecnici e con una zona ospitante capannoni e attrezzature industriali, a margine.

Nella regione di Damasco, esiste un altro sito sospetto, che si può individuare facilmente a nord dell’autostrada che unisce la capitale siriana a Beirut. Prima di raggiungere il confine libanese, infatti, vi sono parecchi piloni elettrici, che confluiscono verso un abitato. Si vedono dei fabbricati, bianchi e grigi, che potrebbero essere centrali elettriche. La diffusione di tecnologia atomica in Siria è definitivamente ampia. Nella sola Damasco, vi sono l’Autorità Nucleare Nazionale (con la Commissione Siriana per l’Energia Atomica), il Centro di Medicina Nucleare (con un ciclotrone che elabora radioisotopi per obiettivi medici), il Dipartimento di Fisica Nucleare dell’università (che sviluppa tecnologie di desalinizzazione atomica). Nel resto della nazione, i siti nucleari sono numerosi. Si potrebbero individuare, ad esempio, le centrali termonucleari delle differenti città. Sulla rotta aerea Baghdad-Beirut, passato il confine tra Iraq e Siria, si vede, nel deserto, un impianto che potrebbe essere destinato ad attività atomiche come la raffinazione dell’uranio. La struttura bianca dell’industria è posta nei pressi di un centro urbano e di un altro raggruppamento di abitazioni, di forma quadrangolare.

La Siria ha dei giacimenti nel deserto (Wadi Qasser e Khneifiss) ed estrae uranio dal fosforo e dall’acido fosforico. D’altronde, oltre al famigerato coltan, vi sono giacimenti di uranio anche in Congo e in Nigeria, dove l’industria atomica è decisamente evoluta. Nelle nazioni islamiche, la scarsità di acqua non sembra causare troppi ostacoli allo sfruttamento dell’uranio e delle reazioni atomiche. L’acqua è usata e riutilizzata negli impianti termoelettrici e nucleari. Damasco fondò, nel 1989, assieme a Iraq, Libia, Kuwait e Arabia, l’Agenzia Araba per l’Energia Atomica. L’istituzione dovrebbe favorire la ricerca nucleare, l’esplorazione e l’estrazione di minerali radioattivi, l’acquisizione di tecnologie per gestire tutto il ciclo del combustibile, la produzione e l’uso di radioisotopi per l’industria, la produzione di elettricità e la desalinizzazione dell’acqua.

Percorrendo la tratta aerea tra Kuwait e Beirut, passato il Mar Morto, si vedono, d’inverno, le alture innevate del Golan, la cui regione è tuttora contesa tra Siria e Israele. Il 7 settembre 2007, Tel Aviv attaccò un sito nucleare siriano nella zona di Dey Res Zawr. I jet israeliani, lanciati da una portaerei ancorata nel Mar Mediterraneo, invasero lo spazio aereo di Damasco e distrussero l’impianto atomico. Dal satellite, si vede tuttora la struttura del centro, che l’intelligence statunitense ritiene essere un reattore a grafite, sviluppato con il sostegno della Corea del Nord per produrre plutonio da sfruttare in ambito militare. Il numero delle strutture atomiche di cui può disporre la Siria non è chiaro. Le istituzioni internazionali hanno rilevato altri impianti nucleari a Khneifiss, Wadi Qasser, Dey Res Zawr, Aleppo e Homs. L’esercito dispone di postazioni per lo sviluppo di missili nella stessa Homs (per la produzione di Scud, di armi non convenzionali e di ordigni da test), ad Al-Safira (struttura per Scud e deposito di proiettili), Aleppo (quartier generale di comando dei missili, deposito e produzione di ordigni). A Damasco si possono rilevare altri siti sospetti, tra cui una struttura cubica, che somiglia ad altri siti nucleari, posta nei pressi dello stadio.

Nonostante il regime siriano comporti notevoli limitazioni per la libertà di stampa dei giornalisti (sorveglianza della loro attività, divieto di espressione e misure cautelari che giungono fino all’incarcerazione), i controlli disposti per chi si reca a Der Al-Hadjar sono sostenibili. Le frequenze del servizio radio sono derivate dalla Russia e, quindi, dall’ex-Kgb, di cui si apprezzano i pareri. La diffusione di potenze e di eserciti con armi atomiche dovrebbe condurre ad una revisione dei trattati internazionali che ne stabiliscono le possibilità di utilizzo (Npt e Ctbt). Viaggiare da Beirut a Damasco, quando i missili di Israele colpivano la Valle di Becka, mi ha ricordato il 2006: raggiunsi Natanz alla fine della guerra libano-israeliana, aprendo al passaggio di chiunque il sito iraniano per l’arricchimento dell’uranio. Stiamo facendo la Terza Guerra Mondiale. Siamo giovani, europei o statunitensi.

Film: I siti nucleari siriani
 
 
27/02/2009