Calabria. Resto stupito dall’accoglienza positiva che ricevo dalle persone. I calabresi si rivelano un popolo educato e gentile, nonostante tutte le difficoltà che sperimentano. Fieri ed orgogliosi, comunque, gli uomini sono espressione dell’ambiente aspro e poco generoso in cui vivono, ma riescono a mantenere una socialità inaspettata. Personalmente, io sono scontroso, diffidente e poco socievole. Apprezzo la cortesia che mi viene offerta. Sono arrivato a Reggio Calabria con un volo di linea da Milano. Noto subito che l’aeroporto è modesto. Attraverso in macchina la periferia del capoluogo.
Parlo con la gente. <<Qui, negli anni, si sono
succedute molte amministrazioni, ma hanno sempre rubato tutti. Spesso il Comune
è stato commissariato per colpa dei legami con la criminalità. Adesso c’è un
nuovo sindaco. È un’avvocatessa. Potrebbe cambiare qualcosa>>. Guardo i
giovani, in cui nutro sempre fiducia. Si trovano a vivere nel mondo che hanno
realizzato le generazioni precedenti. Sarà compito loro cercare di migliorare i
livelli di sviluppo, di progresso.
Gli abitanti di Gioia Tauro escono soprattutto la sera,
quando le ore di maggior caldo sono finite. Li ascolto. Raccolgo storie,
informazioni e aneddoti, che mi permettono di capire la loro realtà. <<Il
più grande è ancora Pesce>>. Capisco che il boss egemone della zona appartiene alla locale che comanda a Rosarno, ma a Gioia Tauro la
leadership è tuttora dei Piromalli, affiancati dai Molè. <<A Rosarno hanno più militari e sono
armati meglio>>. I “militari” sono gli uomini della ‘Ndrangheta, gli
affiliati alla consorteria, che hanno ottenuto il grado di appartenenza
ufficiale. Ma la ‘Ndrangheta comprende tutto il tessuto della società.
I porti di tutta Europa rappresentano i fondamentali punti
di approdo della droga importata da Colombia, Brasile, Ecuador, Venezuela,… I
calabresi giungono fino ad avere nella zona le “raffinerie” in cui viene
tagliata la coca purissima. La loro collaborazione con le altre
organizzazioni criminali è consolidata in tutto il mondo. Grazie
all’affidabilità che si sono conquistati, i brokers della ‘Ndrangheta riescono
a trattare con qualsiasi cartello criminale, dalle Farc colombiane ai gruppi
messicani, brasiliani, o quant’altro.
<<Dicono che siamo la mafia più ricca, ma qui non si
vedono i soldi>>. La gente si lamenta della povertà diffusa. <<Se
hai tante persone, la torta da spartire può essere anche grande, ma le porzioni
poi diventano piccole>>. È qui che si capisce il “ruolo sociale” della
‘Ndrangheta, così come di Cosa Nostra e della Camorra, che assicurano alle
moltitudini di loro affiliati una parte dei propri proventi. <<Il punto è
che il fatturato può essere anche notevole, ma poi devi fare i conti con i
margini>>, ovvero con quello che residua dopo aver pagato tutti coloro i quali
partecipano all’attività criminosa. Il malcontento esprime alcuni elementi
rilevanti. <<Possono esserci anche dei miliardi, però dopo gli
investimenti sono diretti altrove e non nella nostra regione>>.
Di fronte a tanto dissesto, a tanto disagio, i calabresi
iniziano a farsi delle domande. Perché investire in tanti immobili e in tante
attività al Nord e in Stati esteri? È vero: perché la ‘Ndrangheta dirotta i capitali verso Roma, Milano, altre città e altre zone d’Italia, d’Europa e del
mondo, quando l’area natia piange e fa fatica a vivere in un tessuto produttivo
disastrato?
<<Siamo stati a San Luca per 4 anni. Era peggio. Non c’era nulla>>. Una mia amica mi racconta qualche dettaglio della sua esperienza nell’abitato dell’Aspromonte. <<Formalmente, sono tutti nullatenenti, poi vedi che hanno macchine costose, vestono con capi firmati. Partono con un’auto e tornano con una nuova>>. In Calabria, spesso i negozi e i bar rifiutano i pagamenti con Pos. Altrettanto spesso, non emettono scontrini fiscali. Il giro di denaro nero è notevole. L’economia sommersa affianca quella illegale.
<<Ci vuole un Piano Marshall per la Calabria>>. Un giovane scherza in merito alle condizioni di difficoltà ambientale e urbana che ci circondano. Occorrono sicuramente degli interventi massicci, ma ogni stanziamento non può essere ovviamente lasciato a sé stesso: deve essere gestito e monitorato correttamente. La mancanza di queste caratteristiche cela una parte dei problemi della Calabria. Si dovrebbe programmare un’azione concreta, in cui le amministrazioni assicurino un ruolo fondamentale, tenendo bene presente che la 'Ndrangheta da sempre si finanzia anche tramite le commesse pubbliche, per cui la funzione di controllo diverrebbe essenziale. Altrimenti, i risultati sarebbero ancora identici.
27.07.2024
Alessandro Ceresa