La potenza atomica dell’Iran è indiscutibile, ma questa istanza
continua a istigare i vertici dell’Aiea. È indubbio che il regime di Teheran
abbia comprato ordigni e materiali nucleari, tali da far produrre al proprio
esercito testate non convenzionali, aventi diverso potenziale. È altresì
indubbio che il programma atomico di Ahmadinejad sia giunto a un grado di
sviluppo evoluto, capace di fornire sostanze radioattive adatte a ordigni
nucleari. L’Aiea sta sottolineando diversi elementi. L’entità delle Nazioni
Unite, innanzitutto, ha segnalato la produzione di uranio arricchito, ma l’Iran
stesso si rifiuta di fornire spiegazioni, siccome l’U235 può essere facilmente
utilizzato per costituire un arsenale di testate atomiche. In altre parole, si
può desumere che l’Iran non solo possiede delle bombe nucleari, ma che sta
realizzando un arsenale di armi non convenzionali, che ne amplia la potenza in
ambito geopolitico. L’utilizzo normale degli isotopi, per la produzione di
elettricità, è solo una facile copertura per l’impiego militare. Secondo gli israeliani, il problema deve essere affrontato subito.
L’Iran è infatti una potenza militare, capace di agire in tutto il mondo. Il
disaccordo tra Teheran, l’Aiea, Washington e le nazioni occidentali è
evidente e non può che condurre all’inasprimento delle sanzioni internazionali.
I siti di Fordow e di Natanz sono in piena attività, come gli altri impianti,
noti alle autorità delle Nazioni Unite, o tuttora occultati. Il sito di Parchin
è solo un impianto oggetto di contesa, ma esistono decine di strutture in tutto
lo Stato, che dovrebbero essere assoggettate a monitoraggio. I test esplosivi
condotti a Parchin sono paragonabili ai test condotti nelle zone desertiche del
Paese. Se, per gli iraniani, le sanzioni sono insostenibili, l’unica decisione
rimane il blocco del programma atomico.
11/12/2012