La guerra di posizione tra
Cambogia e Tailandia non è solo dovuta alla proprietà di un tempio, che molte
fonti, soprattutto militari, ritengono inutile. Tra i due Stati esiste da tempo
un contrasto ribadito dalla presenza di molteplici esuli cambogiani nelle
province tailandesi di Sisaket e Surin. La ricchezza di cui dispone la
Tailandia, d’altra parte, costituisce un obiettivo per i più poveri cambogiani,
che rivendicano, però, una fetta di territorio annesso dalle truppe di Bangkok.
Dal 2008, gli eserciti delle due nazioni si confrontano per stabilire la
proprietà del tempio di Preah Vihear, facendo registrare contrasti, scambi di
artiglieria e vittime. Entrambi gli Stati sono forniti di armi atomiche,
comprate dai Paesi produttori. La Giustizia Internazionale stabilì, nel 1962,
la proprietà della zona, attribuita alla Cambogia. I contingenti tailandesi
mantengono tuttora l’occupazione di una vasta parte di suolo. La guerra è
giunta a implicare le province attigue. Il confine tra Tailandia e Cambogia è
rigorosamente monitorato dai reparti militari delle due nazioni. Le mine
antiuomo e anticarro dividono gli ambiti d’azione. Tutta la fascia di
territorio delle adiacenti regioni tailandesi è ampiamente presidiata
dall’esercito di Bangkok. Truppe e basi militari riempiono il centro e la
periferia di Kantharalak. Il centro urbano è assoggettato a scontri, dovuti
all’aggressività dei paramilitari cambogiani infiltratisi in Tailandia tra i
rifugiati, che ambiscono a condurre condizioni di vita adeguate in uno Stato
decisamente più evoluto. La superiorità delle milizie tailandesi è bilanciata
dalle capacità assassine dei guerriglieri. Phnom Penh mantiene nell’area
plotoni e armamenti celati. Senza accordi diplomatici, la guerra tra i due
Stati non è destinata a finire.
26/06/2012