Abitati a Belgrado. L'attacco della Nato causò oltre 5.000 morti.
01/07/2008
<<L’arresto dei criminali di guerra ricercati dal Tribunale dell’Aia non è solo un dovere. È la condizione per l’integrazione della Serbia nell’Unione Europea ed è il dovere morale che la Serbia ha nei confronti di sé stessa, del suo passato e, soprattutto, del suo futuro. Con il recente arresto di Stojan Zupljanin, uno dei 4 maggiori ricercati, le autorità di Belgrado hanno dimostrato la propria disponibilità. Però, la recente sentenza di liberazione di Ramus Haradinaj, famigerato ex comandante dell’Uck, contro cui ha protestato energicamente la stessa Carla del Ponte, mette in discussione la credibilità dell’Istituzione>>. Tatjana Majstorovic, Ministro Consigliere e Incaricato d’Affari presso l’Ambasciata della Repubblica Serba in Italia, commenta così l’operazione che ha portato in carcere Zupljanin l’11 giugno. L’ex comandante della polizia serba in Bosnia era accusato di crimini di guerra per il ruolo che svolse durante il conflitto nei Balcani, che comportò la distruzione delle comunità islamiche e croate, grazie, inoltre, a diversi campi di concentramento. <<Non vi è un politico che possa accettare l’autonomia del Kosovo, dove la Kfor tutela poche enclavi, con quello che è rimasto della popolazione serba -, ribadisce la signora Majstorovic -. Esistono, tuttavia, grandi differenze tra i partiti serbi e le loro visioni per la difesa del Kosovo>>.
A Belgrado, la gente dice che Ratko Mladic <<ha una casa in città>>, che <<c’è, non c’è>> e che è <<inavvicinabile>>. Avete altre informazioni?
<<No, sarebbe arrestato. Per Milan Milutinovic, stanno aspettando il procedimento. Il quarto maggiore ricercato è Goran Hadzic>>.
Che prospettive si presentano per il Kosovo? Quali altri punti possono essere evidenziati?
<<La Questione del Kosovo, provincia della Serbia, che ha dichiarato unilateralmente la propria indipendenza, riconosciuta da 40 Stati, è una questione che riguarda direttamente la politica della nazione. Dunque, la Serbia, come nessun altro Paese del mondo, non può accettare la limitazione del proprio territorio, che oggi viene richiesta de facto. In questo contesto, vorrei solamente ricordare il risultato del negoziato di Vienna, svoltosi tra le delegazioni serba e albanese, e la ferma promessa che ha dato Bush a Tirana, durante la sua tournée europea, relativamente allo status di autonomia che il Kosovo avrebbe ottenuto ai primi del 2008>>.
Si registrano scontri al confine. Che situazione vi è internamente?
<<Vi sono stati problemi creatisi in seguito al disfacimento della Jugoslavia, problemi relativi al numero di profughi provenienti dalla Croazia, dalla Bosnia e dal Kosovo, da una parte, e problemi relativi all’immagine negativa che ha creato la politica di Milosevic, alle difficoltà economiche, all’embargo internazionale, all’intervento militare, dall’altra. Dopo la caduta di Milosevic, il 5 ottobre 2000, e il Governo costituito da una coalizione democratica, abbastanza eterogenea, era indispensabile recuperare il tempo perso. L’uccisione del Primo Ministro, Djindjic, nel marzo del 2003, ha rallentato i processi iniziati, che sono stati accelerati dopo non molto tempo. Secondo le valutazioni delle istituzioni internazionali, la Serbia oggi rappresenta uno dei più importanti Stati dei Balcani Occidentali, con dei potenziali che sono adatti alle eurointegrazioni, il che conferma la recente stipula, a Bruxelles, dell’Accordo per la Stabilizzazione e l’Associazione, con la prospettiva di un ottenimento veloce dello status di nazione candidata>>.
Quali atteggiamenti si rilevano nei confronti della Ue?
<<Mentre la coalizione di orientamento europeo, riunita intorno al Partito Democratico e al Presidente della Repubblica Tadic, è dell’avviso che solo attraverso il rafforzamento delle istituzioni democratiche e il loro forte legame con il mondo e innanzitutto con l’Unione, si possano creare le condizioni per l’inizio di un altro livello del negoziato con la frazione albanese, il blocco popolare, con a capo Kostunica e il partito radicale, sostiene l’opzione dell’interruzione del negoziato e l’annullamento degli accordi. La vittoria della coalizione di Tadic alle elezioni parlamentari dell’11 maggio ha rappresentato un’altra prova dell’orientamento della maggioranza degli elettori in Serbia, orientamento rivolto ai valori europei e al dialogo come insostituibile mezzo per la soluzione dei problemi>>.
Quanti morti causò l’attacco della Nato?
<<5.000, circa>>.
Che prospettive vi sono per le attività commerciali?
<<Il Governo serbo ha introdotto, negli ultimi anni, nuove misure economiche, rendendo il proprio mercato estremamente attraente per gli investitori esteri e nazionali, cosciente che solamente attraverso un maggior numero di investimenti si riesca ad abbassare la disoccupazione, mantenendo un tasso relativamente elevato di crescita (5-7%). L’Italia è il nostro primo partner in termini di esportazioni e il secondo per le importazioni, ma esistono grandi potenziali per ampliare l’interscambio>>.
Alessandro Ceresa ©