
Anche la Serbia è una potenza nucleare: ha minori capacità offensive di altri Stati, ma utilizza correntemente uranio e plutonio in ambito militare e detiene armi non convenzionali. I siti e gli istituti noti nell’ex-Jugoslavia sono numerosi: Vinca, Belgrado, Kalna, Kutina, Krsko, Zagabria,… A Belgrado, nei pressi del Danubio, una ciminiera attira l’attenzione di chi vi passa a fianco. È parte di un impianto costituito da una serie di strutture cilindriche di copertura, che avvolgono il nucleo dello stabile, arricchito da una cisterna di combustibile e da caseggiati minori. L’onda elettromagnetica dell’attività dell’impianto nucleare si sente a decine di metri di distanza. La radio dice <<atomica>> durante i programmi, parlando quindi di uranio e di plutonio. Percorrendo il ponte sul Danubio, la centrale è perfettamente visibile. La politica energetica del regime jugoslavo, adottata durante la Guerra Fredda, comprese la realizzazione di numerosi impianti atomici e termoelettrici. Questo fatto dimostra la disponibilità di materiale radioattivo, utilizzabile come esplosivo, adesso e in passato. È quindi confermata l’opinione di chi, in Kosovo, sostiene che i serbi usarono armi atomiche, oltre a quelle chimiche e biologiche, durante i conflitti dello scorso decennio. Per quanto riguarda i criminali di guerra, i serbi dicono che Ratko Mladic <<ha una casa a Belgrado>>, che vi risiede saltuariamente e che <<tutti sanno dove abita>>, indicando la zona alta della città. Altri dicono che lo stesso Mladic si reca a volte in Romania. Karadzic è stato arrestato il 21.07.08. Entrambi i due bosniaci di etnia serba sono accusati di aver ucciso migliaia di persone. Un mandato di cattura internazionale prevede una ricompensa di 5 milioni di dollari per il loro arresto, ma tutti i militari impegnati nella guerra dei Balcani potrebbero essere tacciati di crimini simili. Molti di loro fanno parte delle forze di polizia. Milosevic morì in cella, all’Aia, nel 2006. Arkan fu ucciso nel 2000, nella lobby dell’Hotel InterContinental di Belgrado. Vi sono, però, dei punti oscuri in merito alla loro fine. L’ultimo tra i maggiori ricercati è Hadzic. La cattura di Mladic potrebbe essere possibile ed era già stata dichiarata 3 anni fa. I conflitti nell’ex-Jugoslavia causarono oltre 140.000 morti. La Serbia, adesso, vanta un livello di sviluppo abbastanza evoluto, come le altre repubbliche. Kosovo e Bosnia mostrano i segni delle guerre. Il ritardo economico, rispetto al resto d’Europa, è sensibile. Come l’Iran e altre nazioni islamiche, Belgrado affianca la coalizione di Stati che si oppongono alla Nato. Nell’ambito dei conflitti e degli attentati che stanno delineando una specie di <<Terza Guerra Mondiale>>, causata dagli attacchi alle Torri Gemelle, i serbi denunciano i crimini di guerra commessi dagli americani sotto la guida di Bush, in Iraq e in Afghanistan. Nonostante il nazionalismo, esasperato dall’autonomia del Kosovo, l’ospitalità e l’accoglienza sono favorevoli. La linea di controllo e di intervento della polizia e dei militari è veloce. La Telekom ha centri in tutta la città di Belgrado. Le trasmissioni via etere sono dipendenti dagli impianti costruiti in era sovietica, con tecnologia proveniente dalla Russia, anche se sono leggermente <<filtrate>> e modernizzate. I campi minati tratteggiano i confini tra Bosnia, Croazia, Serbia, Montenegro e Kosovo, come le tombe. I diversi eserciti sparano ancora. Una mina può nascondersi nella presa elettrica di un muro di una delle case distrutte dalla guerra, o nella forma cilindrica, di metallo, di una lattina posta sull’asfalto. Laser infrarossi, pallini di piombo, proiettili di gomma e camion dei militari intercettano le macchine che passano le frontiere. Nei cieli di Sarajevo, di Pristina e di Zagabria volano elicotteri da guerra. Scritte inneggianti all’Uck campeggiano sui muri di Pristina. Mentre in Bosnia si avverte un notevole nervosismo, soprattutto nella Repubblica Srpska, in Kosovo la situazione si presenta stabile e i posti di blocco della Kfor, con carroarmati, fuoristrada e fuochi, fermano, talvolta, le auto.
01/07/2008