Slavonia

La stazione ferroviaria di Vukovar alloggia treni pieni di sostanze radioattive provenienti dall’Europa, destinate allo smaltimento in Romania o in altre nazioni. I vagoni di acciaio sono spesso utilizzati per il trasporto di isotopi di plutonio, residuanti da impianti sconosciuti alle autorità internazionali, come quelli tedeschi. Il vento freddo del clima continentale soffia tra i binari del terminal, che espone tuttora caseggiati distrutti e traforati da proiettili durante la guerra in Croazia, dal 1991 al 1995. Gli addetti dello scalo passeggiano nel buio. La pioggia inonda le strade. A scarsa distanza, c’è un sito atomico danneggiato dalla guerra. Le radiazioni nucleari sono sensibili e indicano l’attività dell’impianto. Si sentono spari e scoppi. Il fiume Sava scorre a margine della stazione. Le gru dei docks spostano materiali dalle navi ai vagoni. La fuoriuscita di plutonio e di uranio fu probabilmente adoperata durante gli scontri. Il centro urbano mostra altre strutture atomiche bombardate e fabbricati devastati, mitragliati, incendiati e saccheggiati dai soldati e dalle milizie che si affrontarono nella regione della Croazia con maggioranza etnica serba. Gli immobili appaiono come fantasmi, ma altri fantasmi si aggirano nell’Ex-Jugoslavia: Arkan, Izetbegovic e Tudjman. Nel 1991, l’abitato di Vukovar fu aggredito dai militari serbi, che intendevano conquistare una porzione della Slavonia. La resistenza opposta dai soldati di Zagabria fu sconfitta in tre mesi. Gli scontri registrarono 3.000 vittime. I croati e gli esponenti delle altre razze furono allontanati. Iniziò il regime oppressivo di Goran Hadzic. Il cimitero di Vukovar alloggia tuttora sepolture collettive e tombe non individuate.

Vukovar, 25 luglio 2011

Film: Il sito nucleare di Vukovar