
Le condanne della Corte dei Conti nei confronti di Letizia Moratti per gli incarichi aggiudicati in cambio dei sostegni alla propria lista elettorale spiegarono finalmente un sistema di gestione amministrativo. Identicamente, i pagamenti rivolti a Tremonti dall'Università di Pavia chiariscono le intenzioni di una facoltà che vuole accaparrarsi lauti finanziamenti statali. Letizia Moratti fu condannata due volte nel 2009, nell’ambito di diversi procedimenti, assieme a Borghini, Pillitteri, De Corato, Sgarbi, Simini, Tiziana Maiolo, Mariolina Moioli, Ombretta Colli, Cadeo, Orsatti, Terzi, Masseroli, Mascaretti, Verga, Rossi Bernardi, Croci, Carla De Albertis, Bisi, Bonetti Baroggi, Draisci e Bordogna. La prima sentenza della giustizia amministrativa (n. 165/2009) si occupò degli illegittimi conferimenti di incarichi dirigenziali, della vicenda Madaffari e delle doppie mansioni di Borghini e di Bonetti Baroggi, dirigenti del Comune e consiglieri regionali. La Moratti, iscritta dal 2007 nel registro degli indagati della Procura di Milano, fu innanzitutto giudicata colpevole di aver cagionato un danno erariale per gli emolumenti corrisposti a managers non aventi l’esperienza adeguata al conferimento degli incarichi predetti, avendo agito, inoltre, ai limiti del dolo, per avere artatamente modificato la norma regolamentare disciplinante detti conferimenti 3 giorni prima degli stessi. Il capo della sentenza riguardante Carmela Madaffari definì il compenso illegittimo della dirigente, in relazione all’indimostrabile ricorrenza del requisito della peculiare professionalità, visti gli “infortuni” rilevati a carico della medesima nella pregressa veste di manager aziendale della sanità, presso le Asl di Lamezia Terme, Crotone e Locri, in Calabria. La Madaffari, che Letizia Moratti nominò “Dirigente Responsabile della Direzione Centrale Famiglia” del Comune di Milano, con un salario di oltre 200.000 euro, era stata infatti allontanata dalle proprie mansioni in seguito a legittime contestazioni per le irregolarità contabili e le insufficienze lavorative rilevate. Furono divulgati gli emolumenti di Giuseppe Sala (250.000 euro, oltre ad altri 39.000 connessi ai risultati raggiunti) e di Giuseppe Mele (234.000 euro lordi). Sanzionati Borghini e Bonetti Baroggi per i doppi incarichi, la Corte dei Conti condannò una seconda volta Letizia Moratti (sentenza 880) e il resto della schiera di amministratori, per i giornalisti assunti dal Comune, stante l’assoluta mancanza di predeterminati criteri di organizzazione alla cui stregua motivare il numero di 20 unità componenti l’Ufficio Stampa, nonostante la centralizzazione alle dirette dipendenze del Sindaco, valutata l’arbitraria attribuzione dei ruoli di Vice Capo Redattore (3 unità), Capo Servizio (2 unità), Vice Capo Servizio (3 unità), adatti solo a dei quotidiani. L’ultimo avviso di garanzia recapitato al Sindaco Moratti, giunto alla fine 2009, riguardò il livello di inquinamento cittadino. C’è da domandarsi, quindi, se la direzione dell’Expo 2015 sia assoggettata ad un monitoraggio preciso, atto a valutare anche la costruzione di un nuovo ed inutile stadio, nonostante i costosi posti venduti a dipendenti del Comune per riempire le casse dell'Inter. La fetta principale dei finanziamenti dell'Expo sarà appannaggio della mafia. La Edilnord di Berlusconi e le cricche di bifolchi e di siciliani che vi lavorano guadagneranno ingenti profitti. Noi europei, effettivamente, potremmo evitare di finanziare lo stesso Expo. I pagamenti a Tremonti sono altrettanto problematici. Le consulenze ad aziende e istituti finanziari sono note. L’Università di Pavia lo elenca tra i propri docenti, versandogli uno stipendio, rivolto in via quasi esclusiva a procurarsi l’indulgenza di un ministro, nell’ottica di potersi accaparrare finanziamenti statali per le facoltà, le ricerche e gli ospedali. C'è da domandarsi come mai questo aspetto non sia ancora stato denunciato.
29/06/2010