Il tavolo di Arkan all'Hotel InterContinental di Belgrado |
Dobrosav
Gavric, il sicario che uccise Zeljko Raznatovic (alias Arkan) è stato arrestato
a Cape Town, tre giorni fa. Serbo, Gavric entrò in Sudafrica nel 2007 con un
passaporto falso, viveva con lo pseudonimo di Sasa Kobacevic e si è costituito
alle autorità giudiziarie dopo l'assassinio di Cyril Beeka, uno dei
luogotenenti del boss Vito Roberto Palazzolo, stabilitosi a Città del Capo per
sfuggire ai mandati di arresto della polizia italiana. Gavric, ferito al torace
durante l'attentato che ha ucciso il proprio compare in marzo, è stato trovato
in possesso di narcotici. Palazzolo, un capomafia di Cinisi, in Provincia di
Palermo, fu condannato per concorso esterno in associazione mafiosa e dimostra
di condurre tuttora attività illecite, in veste di esponente della delinquenza
internazionale. Entrato in contatto con Giovanni Brusca, il mafioso
era attiguo alla Cupola siciliana. Accusato di riciclare soldi per conto di
Provenzano e di Riina, arrestato in Svizzera nell’ambito delle indagini
riguardanti il procedimento italo-statunitense <<Pizza
Connection>>, si trapiantò in Sudafrica con il falso nome di Robert Von
Palace Kolbatschenko. I suoi appoggi politici e amministrativi arrivarono a
coinvolgere Dell’Utri. Essendo uno dei finanzieri di Cosa Nostra, Palazzolo è
passibile di estradizione in Italia, ma il Governo sudafricano ha dimostrato di
ospitare parecchi latitanti e i businesses da lui avviati restano oscuri. La
Commissione Antimafia italiana potrebbe riaprire il fascicolo riguardante
Palazzolo, i cui contatti giunsero sino a Berlusconi. Gavric, condannato a 30
anni dai giudici serbi per il coinvolgimento in 3 assassini, tra cui quello di
Raznatovic, attende adesso l'estradizione. Arkan morì il 15 gennaio
2000, ucciso dai colpi dello stesso Dobrosav Gavric, che agì grazie al supporto
di due complici: Nikolic e Đuricic. L'attentato
si svolse nella lobby dell’Hotel InterContinental di Belgrado. Entrato nella
hall, il giovane poliziotto individuò Raznatovic, seduto ad un tavolo,
impegnato in una conversazione e gli sparò. Le guardie risposero
all'aggressione, esplodendo 15 proiettili. I segni dei colpi sono tuttora
visibili sui muri e sui banconi della lobby. Gavric si allontanò in macchina,
ferito alla schiena. Arkan morì in ambulanza, durante il tragitto verso
l'ospedale. Era stato incriminato nel 1997 dalle autorità giudiziarie
internazionali dell'Icty. Durante la guerra nell'Ex Jugoslavia, la Croazia fu occupata da una vasta
quantità di paramilitari serbi, fra cui le Tigri di Arkan, un gruppo costituito
nel 1990 da Zeljko Raznatovic, che stabilì la propria base a Erdut, in un
vecchio campo della Jna, iniziando ad operare nel 1991 contro le forze di
Zagabria in Slavonia. I guerriglieri, integrati inizialmente nel Dicastero
degli Affari Interni di Belgrado, arruolarono circa 10.000 adepti, forniti di
armamenti moderni, affiancati dagli altri eserciti: Vrs, Jna e Arsk. Le Tigri
agirono spietatamente in Bosnia e in Croazia, fino al 1995. Le loro azioni
furono spesso condotte oltre i limiti posti dalle regole della guerra. La morte
di Arkan comportò dei risvolti sospetti, che spaziarono dalla finzione
all'interessamento di ambienti connessi al traffico di narcotici e alla mafia.
30/12/2011
30/12/2011