Il leader libico Gheddafi è sparito in modo poco eroico. Un gruppo d’élite dell’esercito inglese ha affiancato i guerriglieri rivoluzionari nelle ultime settimane ed è stato delegato alla cattura del rais in Libia, come altri soldati provenienti da contingenti alleati, introdotti nelle linee dei miliziani. I rivoltosi controllano adesso il 95% della città di Tripoli. Gli scontri con le truppe lealiste non sono finiti, soprattutto nei sobborghi di Bab al Aziziyah e di Abu Slim. Le strade del centro urbano sono monitorate da commandos, che hanno stabilito dei checkpoints. Si sentono spari ed esplosioni, dovute all’utilizzo di mortai e di lanciagranate. Le armi e le auto poste nel bunker sono state sottratte dai ribelli, accampatisi nelle zone conquistate. L’aeroporto internazionale è sotto il loro controllo, ma vi sono contrasti marginali negli isolati adiacenti. I guerriglieri utilizzano mitragliatori e kalashnikov per colpire cecchini e militari. Ieri, i soldati rimasti a Sirte hanno lanciato altri missili Scud verso Misurata. La Nato ha bombardato dei siti strategici. La Libia disponeva di 20.000 ordigni antiaerei Sam prima della guerra. Per l’arresto di Gheddafi, vivo o morto, i politici di Bengasi hanno offerto una ricompensa pari a 1 milione di sterline. Il pascià mafioso di Tripoli, che fino a pochi mesi fa era in grado di ammassare la propria ricchezza in conti esteri, è oggi ricercato dalla giustizia delle Nazioni Unite. L’operazione Unified Protector ha quindi dimostrato di poter demolire la tirannia di un regime odiato dai cittadini di uno Stato. Gli eserciti occidentali sono riusciti ad appoggiare la destituzione di uno dei maggiori responsabili dei crimini di guerra condotti internazionalmente negli ultimi decenni. Un alto ufficiale dell’intelligence militare ha abbandonato Gheddafi, allineandosi con i ribelli, ma il mandato di arresto nei confronti del suo capo, Abdullah al-Senussi, rimane inalterato. Gli ordigni antiuomo sono tuttora diffusi in ampie zone dello Stato. Gli ospedali alloggiano i feriti degli ultimi combattimenti. Sotto il compound di Bab al-Aziziyah, è stato rinvenuto un intrico di tunnel che conducevano verso le spiagge di Tripoli e verso l’aeroporto di Mitiga. Ieri, i giornalisti intrappolati come ostaggi nell’Hotel Rixos hanno potuto lasciare le proprie stanze. La Libia dispone di grandi giacimenti di idrocarburi, atti a facilitare lo sviluppo dello Stato.
25/08/2011