Siria

L’ondata di rivolte che ha colpito il mondo arabo ribadisce l’insofferenza di moltitudini di islamici nei confronti delle élites dirigenti, dei rais e degli sceicchi che si sono impadroniti di straordinarie fortune. Il Presidente siriano Bashar al-Assad è uno degli amministratori che non si sono ancora piegati alle rivoluzioni. La Siria è nota per avere un regime intransigente e illiberale. Nei mesi passati, migliaia di rivoluzionari sono scesi in piazza per dimostrare la propria avversione al sistema politico. La repressione degli insorti tramite l’esercito ha comportato finora centinaia di morti, nei centri urbani di Daraa, Damasco, Homs, Latakia, Jabla e Banias. I cecchini hanno insanguinato i funerali dei “martiri”. I militari conducono operazioni mirate, con il supporto di carroarmati, blindati, elicotteri, reparti di fanteria, agenti e truppe speciali. Le incarcerazioni sono state migliaia. Il dispiegamento di soldati è continuato. Assad giunse al potere nel 2000 e promosse limitate riforme. Arresti e provvedimenti restrittivi colpirono politici, dissidenti, intellettuali e giornalisti. Le violazioni dei diritti fondamentali furono spesso monitorate e segnalate dalle strutture internazionali. Le Nazioni Unite devono stabilire i provvedimenti da utilizzare nei confronti del Governo siriano. L’ingiunzione di sanzioni è probabile, così come altri interventi restrittivi. In Yemen, le rivolte si sono aggregate all’instabilità esistente. Nonostante il Presidente Ali Abdallah Saleh abbia accettato una proposta volta a farlo abbandonare il proprio ruolo, gli scontri tra rivoltosi e forze di sicurezza hanno registrato numerose vittime. La Siria è costituita da una distesa sconfinata di deserto rossastro, formato da sabbia ondulata e da rocce, in mezzo a cui si vedono rari insediamenti e centri urbani spesso realizzati a margine dei fiumi. Le strade si inoltrano tra le dune del deserto. Gli abitati uniscono frazioni evolute e parti antiche, che si dispiegano in serpentine di viuzze e di cunicoli nauseabondi e maleodoranti, tra esercizi commerciali e case. Gli studenti siedono tra i banchi delle scuole coraniche, assimilando un’educazione vetusta, primitiva, sorpassata dai ritmi della globalizzazione internazionale, che somma un’arteriosclerosi mentale ai ritardi di sviluppo. In ambito geopolitico, la Siria è tuttora impegnata nel conflitto del Golan, che la oppone a Israele, mantiene un ruolo di alleato ingombrante per il Libano, sostiene Hezbollah e Hamas, è strettamente connessa all’Iran e ha supportato la guerriglia irachena contro le truppe alleate. I raids dei jets israeliani individuarono in passato dei siti siriani destinati alla produzione di armamenti atomici o al training di estremisti. Nel 2003, l’aviazione di Tel Aviv bombardò un campo di addestramento nei pressi di Damasco. L’Operazione Orchard, nel 2007, colpì il sito di Dey Res Zawr. Gli impianti atomici sono molteplici. Oltre ai siti noti (Der Al-Hadjar, Khneifiss, Wadi Qasser, Dey Res Zawr, Aleppo, Yodefat, Al-Kibar, Palmyra e Homs), ci sono siti non dichiarati alle istituzioni internazionali, atti a produrre isotopi, materiali e procedimenti. È ribadita la natura atomica degli impianti esistenti nei pressi dell’aeroporto di Damasco e di Der Al-Hadjar.

28/04/2011