Drapchi Prison

Il Tibet dovrà continuare il proprio sviluppo nell'ambito del quadro istituzionale previsto dalla legislazione della Repubblica Popolare Cinese. Non vi possono essere altre alternative per aiutare i tibetani stessi. Ogni istanza di autonomia è, a questo punto, irreale e pare rivolta solo all'estorsione di soldi. Il regime cinese è più tollerante di quanto ci si possa aspettare. Nonostante lo svolgimento illecito di attività giornalistica, lo spionaggio atomico e le immagini scattate alla Drapchi Prison, la maggiore prigione di Lhasa, i poliziotti cinesi mi hanno soltanto posto in uno stato di libertà vigilata, pedinandomi e decidendo di non procedere oltre nel monitoraggio della mia attività. Mi hanno fermato all'entrata della prigione e hanno voluto esaminare visto e passaporto, rilasciandomi in un quarto d'ora. Di fronte all'ingresso principale del carcere di Drapchi, c'è un quartiere con delle abitazioni a due o tre piani, che mostrano la bandiera della Cina e che dispongono di stanze identiche a celle numerate. Vista la presenza di numerose donne, si può dedurre che gli alloggi sono destinati alle dissidenti imprigionate per motivi politici, in differenti stati di carcerazione.

Film: Drapchi Prison, Lhasa


24/09/2009