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Il sito di Natanz |
Vidi Natanz per la prima volta nel 2006, alla fine della guerra tra Israele e Libano. Aprii al passaggio di chiunque la via verso il sito che l'Iran stava utilizzando per produrre uranio 235, 238 e 239... Descrissi il sito in un articolo:
La centrale iraniana di Natanz è in piena attività. Il sito dista 300 chilometri da Teheran, oltre l’inizio del deserto di sale ed è inserito a 17 miglia dal paese, fra una catena di monti e la via che proviene da Kashan. L’impianto è facilmente distinguibile: le coperture bianche dei fabbricati corrispondono esattamente alle immagini riprese dai satelliti statunitensi. Il perimetro di 8 km della zona destinata agli esperimenti è stato rinforzato da un bordo alto 10 metri, che impedisce una visuale completa delle attrezzature esistenti. In cima alla protezione esterna sono stati piazzati dei pezzi di artiglieria, sia leggeri, che pesanti, con obici di 7-8 metri, presidiati da militari, che sparano saltuariamente nelle campagne. Si vedono le strisciate orizzontali degli ordigni. Le sentinelle dell'esercito e un posto di blocco completano le misure straordinarie di sicurezza di Natanz. L’arricchimento prevede la separazione degli isotopi che compongono il minerale inizialmente estratto dai giacimenti. La centrifugazione dell’uranio esafluoride Uf6 (solido comprendente anche sei atomi di fluoro, che sublima allo stato gassoso oltre i 56 °C) comporta infatti la divisione degli elementi più leggeri di uranio 235 da quelli più pesanti: U234 e U238. Quest’ultimo è sfruttato normalmente in ambito militare. Le sue caratteristiche esplosive sono minori di quelle dell’U235, utilizzato per le armi atomiche. Al termine, l’esafluoruro è riconvertito in uranio metallico e in fluoro gassoso. La centrale di Natanz è costituita da una decina di capannoni chiari, in mezzo ai quali spiccano una terminazione per la fornitura di elettricità, un silos e altre strutture con la forma tipica dei reattori. Secondo gli esperti occidentali, gli edifici ospitano il primo impianto di centrifugazione e gli uffici amministrativi. Nel sottosuolo, è stato realizzato lo spazio per alloggiare altre 50.000 centrifughe. Si notano movimenti di detriti, lavori in corso, gru, camion carichi di residui che entrano ed escono. Nel parcheggio ci sono decine di auto. Le sensazioni, diffuse, di acuto mal di testa, bruciore agli occhi e blocco alla gola, che si percepiscono nei pressi del sito, potrebbero essere dovute al campo di radiazioni elettromagnetiche relativo alle operazioni dell’impianto, alle esalazioni di gas o ad altre attività nucleari. Si ha il sospetto che l’area desertica sia stata sfruttata per sperimentare le deflagrazioni. Qualche chilometro oltre la centrale, i mortai dell’esercito proteggono un’altra abitazione, di grandezza inferiore, che non sembra rivestire importanza dal punto di vista strategico. I dormitori e le caserme dei militari sono all’inizio dell’abitato di Natanz. La percentuale di raffinazione (3,5%) non è ancora sufficiente per produrre missili ad alto potenziale, ma può fornire il combustibile per i reattori (che adesso l’Iran è costretto ad importare) e il materiale per ordigni. I problemi reali della gente, inoltre, sono diversi. Esistono lavoratori che fanno fatica, paesi in cui non c’è l’acqua potabile, persone che vivono al limite della soglia di sussistenza. Una frazione dell’opinione pubblica esprime pareri negativi in merito al programma atomico. Teheran ha subito le perdite derivanti dal conflitto con l’Irak. I reduci sperano che Saddam, indicato come il principale responsabile degli attacchi alle Torri Gemelle, sia condannato. Viste le situazioni esistenti in Afghanistan e a Baghdad, nell’ottica di potersi difendere da Islamabad e New Dehli e di rappresentare una minaccia per gli israeliani, l’Iran intende esprimere la propria influenza in Asia.
Pochi mesi prima, avevo dovuto occuparmi della guerra in Libano.
<<La situazione, in Libano, è tormentata. Io sto bene, ma è dura. Gli ospedali sono pieni di morti e di feriti>>. Questo è il commento impaurito di Souheir Faour, impiegata di un’azienda appartenente all’industria informatica della nazione araba. I contrasti hanno comportato molteplici vittime. Nessuno sa quando gli attacchi potranno finire. L’inizio della linea di separazione tra libanesi e israeliani non dista molto dal sito militare dell’Unifil di Naqoura. Le navi di Tel-Aviv hanno pattugliato la costa fino a giugno. Adesso bloccano lo spazio marino e colpiscono i centri strategici. Il ritiro dei reggimenti siriani aveva lasciato la nazione nelle mani delle milizie regolari, appartenenti all’esercito, affiancate dai guerriglieri di Hizballah. Agli occhi dei libanesi e per le autorità ufficiali, il movimento di Nasrallah rappresenta la resistenza contro il nemico, ma dispone soprattutto di missili Katyusha per difendersi dagli assalti aerei e per colpire le città israeliane. Armato anche da Damasco e dall'Iran, il partito degli islamici non è <<solo>> un insieme di sovversivi, malgrado le fondate accuse provenienti dagli Stati Uniti. In relazione alle nazioni della Nato, Libano e Siria sono militarmente inferiori. La differenza si percepisce guardando i carri armati e le attrezzature delle principali basi. Gli ostacoli che troverebbe Tel Aviv, se decidesse di eseguire una nuova occupazione, sono limitati. <<Lo squadrone delle Nazioni Unite è una realtà -, aveva detto Salvatore Scalisi, comandante dell’Italair a Naqoura -. Nonostante il numero esiguo di persone (circa 50 soldati e tecnici specializzati), permettiamo all’Unifil di monitorare la frontiera. Gli esponenti di Hezbollah hanno costruito strade, scuole. Dimostrano di volersi tutelare, senza la tecnologia e le armi degli israeliani>>. Gli scambi di artiglieria dei mesi passati sono diventati un conflitto aperto. L’intervento diplomatico non deve indugiare...
Il Governo Prodi lanciò la proposta di una Forza Internazionale di Pace durante la Conferenza di Roma. Iniziò Unifil 2...
Film: Il sito di Natanz
13/08/2009