Fosse comuni

Vi sono ancora fosse comuni in Kosovo. I morti propagano un odore dolce, disgustoso, dovuto alla decomposizione del sangue e del tessuto fisico. L’agglomerato di Belo Polje è posto a poche centinaia di metri di distanza dal campo dell’esercito italiano. Il centro urbano, distrutto dai guerriglieri dell’Uck durante la guerra in Kosovo, fu attaccato nel 2004 da migliaia di albanesi, che causarono vittime e ruderi. Il sepolcreto occupa un ampia zona, a fianco delle abitazioni diroccate, in mezzo ad alberi e corvi. Oltre a centinaia di tombe ordinarie, ci sono delle sepolture non individuate da capitelli, disordinate, che si notano per colpa del suolo rialzato. Uno scavo alloggia dei resti di lavorazioni. Si vedono marciare giornalmente le jeep e i blindati della Kfor di stanza a Pec, all’inizio e alla fine di ogni loro spostamento verso la città o verso le zone attigue. I sopralluoghi, diurni e notturni, comprendono le esplorazioni nelle radure, i posti di blocco nelle strade del centro e la sorveglianza dei bersagli sensibili, già colpiti da attentati. Si possono sentire colpi di armi, quando si cammina, nonostante l’atteggiamento tuttaltro che sfavorevole degli abitanti. L’impegno dei soldati ha permesso di ricostruire scuole e infrastrutture, in una zona economicamente disagiata. Durante i propri movimenti, le jeep italiane sono spesso affiancate da auto appartenenti a guerriglieri serbi o kosovari. L’Uck, tuttora esistente, dispone di squadre armate. Lasciando Pristina, prima del centro abitato di Vucitrn, si può notare un'altra fossa comune, a margine di tombe ordinarie e di sculture commemorative. Si vedono due spazi di suolo smosso, con degli arbusti bruciati e dei pezzi di granito, o delle ossa, ai bordi.

Film: Le sepolture di Belo Polje e la fossa comune di Vucitrn


09/07/2009