
Si sente, a Beirut, la tensione derivante dal conflitto tra i palestinesi di Hamas e gli israeliani. Il campo degli esuli palestinesi di Sabra e Shatila si prepara ad ospitare i feriti e i rifugiati di Gaza, che dovrebbero raggiungere le retrovie quando finirà l'iniziativa di Tel Aviv. Sono stati rilevati lanci di missili e colpi d'artiglieria attraverso il confine libano-israeliano, dovuti alle offensive di Hezbollah e dei soldati israeliani. I libanesi temono un'escalation della guerra e i raid che gli avversari potrebbero lanciare nei loro confronti. L'attacco ad Hamas è volto a tagliare la testa della fazione militare palestinese. Vedo la gente che vive a Sabra e Shatila, in mezzo agli esuli. La pioggia rende quasi impraticabili le strade dei due quartieri del campo. I palestinesi continuano la propria esistenza, raggruppati a fianco delle rivendite di alimentari. Compro un coltello a scatto in un negozio. Sono rari. Passa un pullman con delle bandiere. Tre ragazzi mi accompagnano verso una rivendita di cellulari. Cerco un telefono che riesca a produrre video, a un costo ragionevole. Il proprietario dice di non averne. Andiamo verso un altro negozio. I prezzi sono quasi ordinari: 100 dollari per un videotelefono. Riesco a trovarne uno usato, a 40 dollari. Il rivenditore mi fa notare il funzionamento con la sua tessera. Sembra essere poco rumoroso. Pago volentieri. Due ragazzi in motorino mi avvicinano, guidando in mezzo al fango. Si accorgono che sono abituato agli scippi. Entro in un negozio di dischi. Ne scelgo due e passo 5.000 lire libanesi a un bambino ancora minorenne. Spero che siano melodie palestinesi. Un altro negozio espone immagini di Arafat. Esco dal campo e aspetto un taxi. Salgo sulla prima auto che arriva. Il tassista è vestito di nero. Riconosco la divisa: Hamas. Mi porta verso il centro di Beirut, senza dire nulla. Trascorsa un'ora, mi attende un altro palestinese, che sfrutto per tornare in hotel. L'auto ha delle balestre per tir, che la rendono più stabile. È un prodotto delle officine di Sabra e Shatila. Il guidatore pronuncia una frase di riconoscimento di Hamas, inserendo due “a” in una parola. Poi dice “Fatah”. L'esercito libanese e i riservisti si stanno mobilitando verso il sud, per far fronte a un attacco di Israele. In aeroporto, gli addetti dello scalo dicono che il campo palestinese è pieno di gas nervino. I sintomi sono identici: nevralgia e dolore.
09/01/2009