La guerra in Vietnam non costituì
solamente una guerra dovuta all’occupazione statunitense nel continente asiatico:
fu condotta nell’ambito di due diversi contesti internazionali. Il primo
riguardò, ovviamente, la sembianza di una guerra dell’Asia nei confronti degli
Stati Uniti. Il secondo elemento peculiare derivò dalla Guerra Fredda, che
oppose l’America all’ideologia comunista, al blocco sovietico e ai suoi
alleati, a cui l’Armata Rossa procurava ampi rifornimenti di armi per contrastare
l’esercito statunitense e l’influenza di Washington in tutto il mondo. La
guerra in Vietnam si estese a Laos e Cambogia. Fino al 1954, la Seconda Guerra
Mondiale, l’invasione giapponese, le istanze di indipendenza e gli interventi
di Cina, Francia e Stati Uniti avevano reso il Vietnam una zona notevolmente
instabile. La Conferenza di Ginevra del 1954 stabilì la fine della Prima Guerra
di Indocina, il ritiro delle truppe di Parigi e il confine tra Vietnam del Sud
e del Nord, all’altezza del 17° parallelo. Nel 1955, la consultazione che
elesse il Presidente Ngo Dinh Diem nel Vietnam del Sud statuì la formazione
della Repubblica del Vietnam. Iniziò un periodo di guerriglia tra i miliziani
di ispirazione comunista, i nordvietnamiti e i sudvietnamiti. Il Fronte di
Liberazione Nazionale dei Viet Cong fu costituito nel 1960. La Presidenza di J.
F. Kennedy ampliò lo spettro d’azione del Pentagono. Il 2 novembre 1963, Ngo
Dinh Diem, che aveva svolto fino a quel momento il ruolo a lui assegnato, fu
ucciso nell’ambito di un colpo di Stato. L’incidente del Golfo di Tonkin, nel
1964, rappresentò un inasprimento della guerra. I nordvietnamiti aggredirono
due incrociatori statunitensi ancorati in acque internazionali. Washington
rispose con una decisione volta ad ampliare le manovre belliche nella zona. Il
2 marzo 1965, gli Stati Uniti iniziarono a bombardare ampiamente il Vietnam del
Nord, tramite l’Operazione Rolling Thunder. Pochi giorni dopo, l’8 marzo, le
prime truppe da combattimento statunitensi approdarono in Vietnam. Gli
schieramenti nemici iniziarono a confrontarsi duramente. Gli episodi e le
operazioni della guerra si susseguirono. La superiorità dell’aviazione
statunitense e le armi non convenzionali non furono sufficienti. La guerriglia
si dimostrò incisiva. Il 30 gennaio 1968, i Viet Cong si unirono ai
nordvietnamiti per lanciare la rinomata Tet Offensive, aggredendo circa un
centinaio di centri urbani nel Vietnam del Sud. Gli statunitensi risposero con
il massacro di Mai Lai e uccisero centinaia di civili. Entro la fine del 1968,
il numero delle truppe di Washington raggiunse quota 540.000. Nel 1969, il
Presidente Nixon statuì l’inizio del ritiro dei propri soldati. Nel 1970, lo
stesso Nixon annunciò l’inizio degli attacchi all’adiacente Cambogia. Nel 1972,
i nordvietnamiti lanciarono la cosiddetta Easter Offensive, oltrepassando la
zona demilitarizzata del 17° parallelo. Il 27 gennaio 1973, di fronte
all’avanzata del Vietnam del Nord, la firma degli Accordi di Pace di Parigi
statuì una tregua tra le differenti fazioni. Furono stimati mlioni di morti. Il
29 marzo 1973, le ultime truppe dei contingenti americani lasciarono il Vietnam,
statuendo la propria sconfitta. Nel marzo del 1975, i nordvietnamiti lanciarono
l’assalto definitivo. Saigon cadde nelle loro mani. Il Vietnam del Sud si
arrese il 30 aprile 1975. Il 2 luglio 1976, l’intero Stato fu unificato in una
nazione comunista, individuata come Repubblica Socialista del Vietnam.
23/01/2013